Gettato il mantello prese a seguirlo

28 Ottobre 2012 Nessun Commento     

Ci ritroviamo insieme con gioia, per continuare la nostra strada, sulle orme di Cristo…

Come al cieco, di cui parla oggi il Vangelo anche a noi può capitare, lungo questa strada, di aprire gli occhi, di venire alla luce.

Preghiamo perché Dio ci conceda il dono della vera fede.

Come questi bambini…. Che fra poco battezzeremo.

Sono venuti già alla luce, alla luce della vita, per l’amore dei loro genitori.

Oggi, si aprono ad una luce più grande: la luce della fede.

E come i loro genitori sono stati i collaboratori di Dio nel dare loro la vita, così dovranno ancora aiutare Dio nell’aprire il cuore di loro figli a questa luce.

Se è Dio a fare il dono della fede, questo dono non può essere accolto se non passa per le nostre mani.

Esprimiamo col canto la gioia di vivere questi momenti.

 

PREGHIAMO

 

O Dio, che hai mandato Cristo, tuo Figlio per illuminare le nostre vie, donaci gli occhi per vedere, il cuore per amare e i piedi per camminare dietro al tuo figlio che vive e regna con te nei secoli dei secoli.

 

LETTURE

 

Mettiamo oggi al centro della nostra attenzione il brano del vangelo: la guarigione di un cieco: Bartimeo, il figlio di Timeo. Un miracolo, un intervento di Dio, un gesto di salvezza già anticipato nel brano di Geremia.

Cercheremo insieme di cogliere il significato che possono avere per noi queste parole.

 

OMELIA

 

Chi è Bartimeo?

Qual è il significato di questo “miracolo” posto da Marco in questo preciso punto del suo vangelo, quando Cristo, giunto alle porte di Gerusalemme, accetterà liberamente di morire?

Perché grida, urla sempre più forte, nonostante che tanti, anche quelli che sono più vicini a Cristo, lo sgridano per farlo tacere?

Chi è costui, salvato dalla “sua” fede?

E che cosa vuol dire questa parola “fede” che noi così spesso usiamo all’interno del linguaggio religioso?

Bartimeo siamo noi…

Bartimeo è ognuno di noi.

Ognuno di noi, seduto ai bordi della strada, avvolto nel mantello che lo isola dagli altri e dal mondo, con la sua vita, i suoi problemi, con i suoi dolori e le sue gioie, i momenti di luce e di oscurità…

Cristo Passa sulla nostra strada. Siamo ciechi. Non lo vediamo… Forse intuiamo la sua presenza. Vorremmo vederlo ma questa apertura alla fede è contestata dal mondo che ci circonda.

Bartimeo siamo noi che abbiamo ascoltato, da alcune domeniche a questa parte le parole di Cristo.

Ricordiamole insieme, altrimenti il discorso che oggi facciamo sarebbe per noi di difficile comprensione.

Abbiamo sentito parlare di amore, un amore che non è furto o accaparramento, ma gratuità e dono…

Abbiamo sentito parlare di soldi, dei nostri soldi, non come un ponte levatoio, che ci separa dagli altri, ma come un canale, attraverso cui può scorrere la comunione…

Abbiamo sentito parlare di potere, non come oppressione, sfruttamento, arroganza, ma come attenzione, servizio, disponibilità…

Ma, anche se fossimo venuti assiduamente, forse, tutto questo potrebbe essere scivolato, domenica per domenica, tranquillamente, sulla nostra pelle, perché, pur ascoltando, possiamo non credere, possiamo non affidare la nostra vita a questa parola…

Ecco il motivo per cui Marco inserisce a questo punto del suo vangelo questo miracolo, come per dirci: “Tu, hai ascoltato Cristo; ma, dopo tutto questo, desideri veramente vederci chiaro?

Perché noi resteremo ciechi fino a quando queste parole non diventeranno l’occhio della nostra anima, non ci renderanno capaci di vedere le cose sotto un’altra dimensione, secondo il punto di vista di Cristo, non secondo il nostro.

La fede è il terzo occhio, quell’occhio che sta in mezzo alla fronte, quell’occhio accomodato sulla lunghezza d’onda di Dio, che ti fa uscire dal banale, dall’ovvio, dal buio.

Perché noi siamo tenuti al buio.

Anzitutto da noi stessi, dai nostri egoismi, dalla vita che facciamo, dalle preoccupazioni, dalla superficialità, dall’attivismo, dallo stress, e difficilmente troviamo un attimo di sosta per guardarci dentro…

Siamo tenuti al buio da chi ha interesse a tenerci al buio, a farci vedere le cose dal suo punto di vista, a confezionare notizie fasulle per imbottirci il cervello…

Siamo tenuti al buio qualche volta anche dai preti, dalla religione, quando dà tutto per scontato, quando abitua a non pensare, quando presenta un Cristo stereotipato da inghiottire, quando si riduce a quattro regolette da osservare e a quattro riti da ripetere, quando non sa fornire serie e approfondite motivazioni.

In un mondo come il nostro non c’è più posto per una fede anonima, formalistica, ereditata.

E’ necessaria una fede fondata sull’ascolto costante della parola di Dio, sulla scelta, sulle convinzioni personali, una fede che si renda conto di ciò che crede.

Non capisco l’aggettivo “cieca” appiccicato al sostantivo “fede”, come qualcosa di positivo.

Che strano!

In questo brano di Vangelo la fede non lascia ciechi, ma fa vedere….illumina, apre gli occhi.

Ma, ciò non può avvenire se non nasce, dentro di noi, prepotente, il desiderio di vedere.

E’ questa la nostra fede: voglio dire, quell’aspetto della fede che dipende da noi.

E’ il nostro sforzo, la nostra ricerca per scoprire orizzonti diversi, il nostro urlo che ci può salvare.

Sì, perché la fede come l’amore, è l’incontro di due volontà. Come l’amore è, insieme, il desiderio che tu hai dell’altro e il dono che l’altro ti fa di se, così la fede ha due facce: per metà dipende da noi: è la nostra ansia, il nostro dubbio, la nostra domanda, il desiderio di incontrare qualcuno che abbia parole di vita eterna, e l’altra metà è la risposta, il dono che viene da Dio.

Un dono che mai è magico, miracoloso, ma lento, faticoso, e dura quanto una vita.

Ecco perché, Bartimeo, guarito prese a seguirlo.

Questo terzo particolare completa i tre passi della fede:

la ricerca, la voglia di capire, di vederci chiaro, dipende da noi…

il dono, dipende da Dio…

la sequela, è la nosytra risposta: gettato il mantello prese a seguirlo!

Tre aspetti che vanno sempre insieme.

Perché la fede è sempre ricerca.

Perché noi finiremo mai di cercare e di capire…

Perché la fede è sempre dono, mai possiamo dire di possederla tutta.

Perché la fede è sempre cammino, non si realizza se ci sediamo.

Che cosa chiedete? La fede! Se non abbiamo fatto questa esperienza per noi non sappiamo che cosa chiediamo per loro!

In questa fede battezzeremo fra poco questi bambini.

Se non avessimo fede, se non cercassimo nella nostra vita di guardare le cose con l’occhio di Dio, di giudicare questo mondo con il metro di Cristo, di agire secondo la spinta dello Spirito, inutile sarebbe quest’acqua sulla loro testa.

Spero che lo sappiano bene i genitori che li hanno portati qui e ai quali spetta il compito di insegnare a questi bambini a cominciare a camminare dietro Gesù Cristo.

Esattamente come insegnate loro a camminare. Se non ci foste voi a far far loro i primi passi, striscerebbero carponi per tutta la vita.

Loro metteranno i loro piedi dove voi mettete i vostri, questo e solo questo può essere il senso ed il valore del battesimo dei bambini.

Preghiamo insieme perché nella nostra comunità tutto questo gesto non sia inutile, ma possa far crescere dentro di noi, e dentro di loro, in tutte le sue dimensioni, la nostra fede.

Preghiamo insieme perché in tutte le esperienze della nostra vita, possiamo imparare a credere, a fidarci di Dio.

Omelie

Scrivi un Commento


Warning: Undefined variable $user_ID in /membri/sspietroepaolo/wp-content/themes/mymag/comments.php on line 51

(required)

(required)


Che siano una cosa sola

RIT. Che siano una sola cosa, perchè il mondo veda che siano un solo amore. perchè il mondo creda....

Il cantico delle creature

A te solo Buon Signore Si confanno gloria e onore A Te ogni laude et benedizione A Te solo...