Beati i voi!

30 Gennaio 2011 Nessun Commento     

Il canto con cui abbiamo iniziato ci ha subito immersi nel contesto del Vangelo di oggi: il discorso della montagna, il discorso di Cristo sulla felicità.

Realizziamo subito, con i fatti più che con le parole questo messaggio di Cristo: se l’incontrarci, il salutarci, il rivederci ci dà gioia, aumentiamo questa gioia arricchendola del perdono di Dio.

LETTURE

Il profeta Sofonia è vissuto in una società apparentemente prospera e forte, ma in realtà piena di tensioni ed esposta perciò a gravi rischi.

Nel nome di Dio egli annuncia che il vero futuro, quello carico di vita autentica e benedetta da Dio, non passa attraverso i superbi, i ricchi, o prepotenti, ma attraverso gli umili, i miti, i fedeli a Dio.

Questo futuro che viene realizzato da Cristo in maniera esemplare, è oggi, come ci ricorda Paolo, affidato alle nostre mani.

OMELIA

Forse non c’è bisogno, oggi, nel 2011, di sgomberare il campo dalle nefaste interpretazioni subite, nel corso della storia, da questa pagina di Vangelo.

Una pagina, con la quale tante volte, nel passato, sono state contrabbandate come volontà di Dio le disuguaglianze sociali, la distanza fra i ricchi e i poveri, i soprusi dei potenti.

Beati i poveri! Così leggo dalla Civiltà Cattolica , la prestigiosa rivista dei gesuiti nel numero del lontano maggio 1853.

“Beati i poveri perché la povertà è un dono di Dio; solo la chiesa di Cristo è capace di rendere intelligibile agli uomini questo celeste dono: Se questa massima fa presa nella società il problema economico è risolto”.

Ai poveri infatti la Provvidenza di Dio toglie un grave disagio: quello di preoccuparsi delle ricchezze, e contemporaneamente assicura una grande sicurezza: quella di ereditare, pazientando e sopportando la loro povertà, il Regno dei cieli.

Ai ricchi assicura che la loro carità apre loro il Paradiso.

Questa presa in giro, sadica e insieme spirituale della povertà, oggi per fortuna non esiste più.

Almeno in teoria, se non nella pratica, molti cristiani, hanno maturato una coscienza diversa.

La coscienza che la povertà non è voluta da Dio.

La coscienza che le differenze e le ingiustizie sociali non sono volontà di Dio.

La coscienza che le sofferenze e le oppressioni sono in qualche modo causate da una precisa maniera di organizzare la convivenza civile, il mercato, il profitto, l’economia….

Detto questo anche solo per accenni, entriamo nel brano di Matteo, cercando di cogliere almeno il nucleo di questo discorso di Cristo, di questo discorso sulla beatitudine, sulla felicità, sulla gioia che viene da Dio.

E’ il cosiddetto “Discorso della montagna”. Il brano che abbiamo letto è solo l’inizio del cap. V°.

La parola di Cristo, nel vangelo di Matteo, continua per altri due capitoli: dal quinto al settimo.

Sono riuscito (togliendo solo qualcosa) a racchiudere questi tre capitoli in un unico foglietto (fronte/retro)… chi vuole…

Forse c’è una strada per entrare subito dentro le intenzioni di Cristo.

Capovolgere le sue parole.

Dirle di nuovo. Non come le abbiamo ascoltate, ma alla nostra maniera, come le diciamo noi, come vengono scritte dalla cronaca dei giornali e documentate dai fatti che avvengono ogni giorno.

Eccole: le Beatitudini secondo noi.

Beati i ricchi, felici loro, perché hanno tanti soldi e possono permettersi di tutto, tutti i piaceri di questo mondo: beati i ladri, non quelli che rubano per poter mangiare, ma quelli che rubano in guanti e colletti bianchi, perché possono farsi le ville in ogni parte del mondo, possono persino comprarsi le persone, comprare il loro corpo, la loro vita…

Beati quelli che ridono, che sghignazzano, che si divertono fregandosene di tutto e di tutti, perché pensano solo a se stessi…

Beati i potenti, i forti, i violenti, i guerrafondai, i venditori di armi, perché conquisteranno il mondo e con la forza si faranno sempre ragione…

Beati quelli che, pur avendole fatte grosse, hanno i mezzi per sottrarsi alla giustizia, perché trovano il modo di passarla sempre liscia e farla franca.

Beati quelli sempre pronti ad aggredire gli altri e a vendicarsi, perché così sono rispettati.

Beati i furbi e gli imbroglioni, perché se la cavano sempre nella vita.

Beati voi perché se fate tutto questo: sarete onorati, rispettati, eletti al parlamento, e sempre adulati perché avete saputo comprare la mente degli altri per i vostri interessi.

Ecco: non mi dite che ho esagerato, ma la mentalità comune è proprio questa. Questa è la nostra ricetta della felicità. La felicità secondo noi, secondo il comune pensare del nostro mondo.

Ora facciamo una cosa:

Mettiamole insieme queste felicità. Sommiamole queste beatitudini a una a una.

Qual è il risultato?

E’ sotto gli occhi di tutti!

Ciò che ne viene fuori è il mondo in cui viviamo, pieno di poveri, di gente che piange, di gente che soffre, di profughi, di perseguitati, di schiavi, un mondo pieno di odio, di rancore, di violenza, di guerra…

E’ il mondo costruito sulla ricetta della felicità secondo noi.

Che strano: la somma di tante felicità produce l’infelicità!

La felicità, secondo Cristo è esattamente l’opposto, l’abbiamo sentito: Noi: beati i ricchi, Lui: beati i poveri; noi: beati quelli che ridono, Lui, beati quelli che piangono; noi: beati i costruttori di guerra, lui, beati i costruttori di pace…

Ma ecco la cosa strana: quelle cose che a noi sembrano felicità, messe una accanto all’altra, praticate nella vita, producono l’infelicità.

Quelle cose che dice Lui, che a noi sembrano infelicità, messe una accanto all’altra producono felicità!

Ecco perché Cristo si congratula con tutti quelli che hanno fanno proprio questo capovolgimento nella ricerca della felicità.

Beato te! Congratulazioni! Felicitazioni! ci dice Cristo.

Non perchè sei povero, ma perchè credi che la salvezza del mondo non dipende dal potere e dal denaro, ma da Dio che tu hai la gioia di chiamare Padre e che insieme a te vuole eliminare la sofferenza e la miseria.

Beato te non perchè sei afflitto. Tu piangi per il male che c’è nel mondo. E se lavori insieme a Dio per eliminarlo la tua tristezza si cambierà in gioia.

Beato te! Congratulazioni! Se il tuo cuore soffre per l’ingiustizia e lotta contro l’oppressione la tua fame e sete di giustizia saranno saziate da Dio.

Felicitazioni! Se costruisci un mondo di pace sperimenterai di essere figlio di Dio.

Congratulazioni! Non perché sei perseguitato, ma perché la persecuzione è segno che hai fatto centro. Dio è veramente con te. E con te non sono i grandi, i potenti, i mafiosi di questo mondo. Dio non si serve di loro per costruire il suo regno. Beato te!

Nonostante i tuoi peccati, ti accorgi che comincia a prender piede il Regno di Dio, un mondo in cui i rapporti fra uomo e uomo siano improntati non alla ipocrisia, alla ingiustizia, all’interesse, ma alla sincerità, alla chiarezza, alla fraternità, alla pace.

Un mondo nel quale non basta vivere, ma nel quale, alla luce di Dio, secondo la ricetta che viene da Lui, la ricetta della felicità, dobbiamo imparare a convivere, a vivere insieme secondo il Suo progetto.

E’ compito di ognuno di noi scoprire che cosa dovrebbe cambiare nella sua vita per mettere in pratica questo programma.

E’ compito di Dio, se siamo alleati con lui, darci la forza e il coraggio per andare avanti.

Preghiamo per questo!

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