Et verbum caro factum est

4 Gennaio 2004 Nessun Commento     

La festa di Natale è ormai alle nostre spalle.

Fra qualche, giorno, dopodomani, siamo già all’Epifania, che tutte le feste porta via, e poi, se non è già ricominciata, ricomincerà la nostra vita quotidiana, i nostri impegni, il nostro lavoro.

Che cosa deve restarci del natale?

Al di là dello stordimento, del sonno da recuperare, delle intossicazioni da smaltire, del chilo in più da perdere o semplicemente della nostalgia della festa, come cristiani che cosa dobbiamo portarci dietro da queste feste per la vita?

Questa domenica ci offre l’occasione per fare un bilancio del significato del Natale, alla luce dei bellissimi brani della bibbia che abbiamo ascoltato.

Se infatti venisse qualcuno , un cristiano poco convinto, un maomettano, un indù, uno che segue un’altra religione, un testimone di Geova, che come sapete non celebrano il Natale, o una persona indifferente dal punto di vista religioso, a dirci, a chiederci: “Va bene; tu hai celebrato il Natale, è una delle feste religiose principali, per te. Ma tutte le religioni hanno le loro feste, alla fin fine tutte le religioni sono uguali. In fondo, al di là di alcuni particolari superficiali, cambiano i riti, cambia il modo di pregare Dio, il calendario delle feste, ma la sostanza è sempre la stessa..

Bene!

Io credo che, se abbiamo celebrato con convinzione il Natale, se abbiamo capito anche in parte le lettura di oggi, dovremmo capovolgere questo ragionamento.

Sì, dovremmo rispondere, tutte le religioni hanno i loro riti, anche la nostra, purtroppo, e nei riti, più o meno si assomigliano tutte; è invece il nucleo che è diverso…

Non è vero che tutte le religioni sono uguali. Tutti sono rispettabili perché rappresentano altrettanti tentativi più op meno riusciti di avvicinare l’uomo da Dio…

Ed ogni religione ha certamente qualcosa da dire a tutte le altre. Perché ognuno ha sempre da imparare qualcosa dagli altri…

Ma c’è una differenza fondamentale fra il cristianesimo e le altre religioni: mentre le altre religioni insegnano all’uomo come raggiungere Dio, attraverso leggi, comandamenti, precetti, norme morali, riti e preghiere, seguono, per dir così una linea ascendente, il cristianesimo segue un percorso inverso: mostra la strada che Dio ha fatto per raggiungere l’uomo: “Et Verbum caro factum est”

Il “Verbo”, cioè la Parola di Dio, i pensieri di Dio, la sapienza di Dio, la sua grandezza, l’onnipotenza, la dignità di Dio la sua gloria sono diventati un uomo. E ciò allo scopo di rivelarci di dirci, di mostrarci quanto di grande, di divino c’è in ogni uomo, in questo mondo che il Figlio di Dio ha voluto abitare, dove ha voluto porre la sua tenda…

Per cui, mentre nelle altre religioni il rispetto per l’uomo passa attraverso leggi, precetti, considerazioni, per il cristiano l’amore per il proprio fratello, anche se nemico, non è una fra le tante esortazioni morali, ma il centro della sua fede. E’ aderire a Cristo che per primo ha percorso questa strada. Per il cristiano non ci si può avvicinare a Dio aggirando, scavalcando il proprio fratello.

Il cristiano può ubriacarsi di riti, consolarsi con preghiere, esaltarsi con i canti, entusiasmarsi con l’estasi mistica, ma se vuole veramente trovare Dio deve seguire la stessa strada che ha fatto Dio per trovare l’uomo, deve scendere giù e abbracciare in Cristo ogni fratello.

Chi crede questo, non nelle parole, ma nella vita, è figlio di Dio, è generato da Dio, fa come, Cristo, la volontà del Padre…

E’ questo l’autentico culto di Dio che ci viene rivelato nel mistero del Natale…

Preghiamo perché ci aiuti Dio, nostro Padre, a diventare suoi figli.

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