Dio ci benedica con la luce del suo volto

1 Gennaio 2005 Nessun Commento     

Non possiamo cominciare questa messa del primo dell’anno in maniera spensierata.

Ogni anno è così! Anche se cerchiamo, all’inizio di un anno nuovo di buttarci i problemi dietro le spalle nella speranza che il nuovo anno si migliore.

Quest’anno, in maniera particolare, il mondo, tutto il mondo è immerso nella mestizia.

Le oltre centomila vittime dei paesi dell’Asia e dei turisti europei hanno in qualche modo rallentato sia i botti di capodanno che i brindisi spensierati.

Tanta gente è morta in un destino che ha accomunato la morte dei ricchi e dei poveri in modo diverso.

I poveri sono morti perch頡bitano in quelle regioni dove cercano di sbarcare il lunario giorno per giorno; i benestanti perchè possiedono quei quattro soldi utili per divertirsi al caldo quando nei loro paesi c’è l’inverno.

Qualcuno se l’è presa con Dio, dimenticando che fa parte della nostra debolezza umana essere esposti ai fenomeni della natura; dimenticando che siamo essere umani deboli e forse anche un po’ incoscienti, perché con i mezzi che abbiamo avremmo potuto se non eliminare almeno limitare i danni del disastro.

Dimenticando quanto è precaria la nostra vita, immersa nel tempo, un tempo che bisogna impiegare bene perché con esso si costruisce il futuro di noi stessi e del mondo.

Come sempre le pagine dei giornali sono piene di bilanci più o meno pessimisti e di oroscopi, di previsioni?

Ma l’anno nuovo, questo 2005, non è una entità astratta, un genio benefico o malefico che bisogna propiziarsi mangiando lenticchie o stappando spumante d’annata perché ci porti bene?

L’anno nuovo, su questo dobbiamo riflettere come cristiani, è un dono di Dio, è il tempo che Dio ci da, sono tutte le occasioni che avremo a disposizione per costruire da noi il bene o il male, le cose buone o cattive.

Infatti, da quando Cristo, il Figlio di Dio è entrato nel tempo, lo stesso tempo ha cambiato significato.

Per gli antichi greci il tempo era una divinità e si chiamava “Cronos”, una divinità crudele, divorava i suoi figli dopo averli generati.

Capite bene il senso del mito: il tempo non ha uno sbocco, una direzione; le cose si avvolgono su se stesse, tutto ciò che è avvenuto si ripeterà e avverrà: non c’è alcuna possibilità che capiti qualcosa di nuovo.

Il tempo distrugge tutte le cose. Il tempo che mangia i suoi figli vuol dire che non c’é futuro, che dobbiamo rassegnarci alla disperazione, o, per lo meno, alla ripetizione.

Nel linguaggio cristiano, il tempo non si chiama “Cronos”, ma “Chairé”.

Questa parola, greca, significa tempo propizio, occasione favorevole, momento giusto, attimo decisivo, punto critico, buona opportunità.

Ecco perché il nostro Dio non divora i suoi figli, ma si mette accanto a loro per fare nuove tutte le cose.

E allora, per un cristiano, per un Figlio di Dio, ogni attimo della vita non è un giro della ruota della fortuna, ma un’ottima occasione per progettare e costruire, insieme al Padre e ai fratelli, la pace, la giustizia, la dignità per tutti gli uomini.

E’ questo l’augurio che, con tutto il cuore faccio a voi e a me.

Ci benedica Dio?

Che non vuol dire: ci protegga, ci metta sotto una campana di vetro, allontani da noi i guai.

Benedire lo sappiamo, significa “dire bene”.

Noi benediciamo Dio, quando diciamo bene di Lui, quando lo amiamo, quando lo ringraziamo.

Dio benedice noi, perché ci ama, perché ci ringrazia di aver accettato di essere suoi figli e di collaborare con Lui.

Quando si dice “Vi benedica Dio onnipotente” significa “dica bene di voi Dio onnipotente”, approvi la vostra vita, il vostro tempo, le vostre scelte, vi dia il coraggio di affrontare, come ha fatto il suo figlio, le difficoltà e le prove della vita.

Ci benedica come ha benedetto Maria. “Tu sei benedetta fra le donne”; come ha benedetto Cristo: “e benedetto il frutto del tuo seno” che non vuol dire che li ha messi, Dio, sotto un ombrello, o una campana di vetro; tutt’altro.

Ma che li ha amati, dicendo bene di loro, perchè hanno messo la loro vita a disposizione di Dio.

Ed allora veramente auguri!

Ad ognuno di noi, perché nessuno si scandalizzi di Dio quando nella vita le cose vanno male, ma sappia vedere anche nei guai la sua presenza, perché Egli vuole che noi, nonostante tutto, continuiamo a fare il bene.

Auguri alla nostra comunità perché aumenti in essa in numero di coloro che progettano insieme, anche nel poco che possono fare, la solidarietà, la giustizia e la pace!

Alla nostra assemblea perché diventi sempre più incontro di fratelli che condividono la gioia della presenza di Dio nella loro vita.

Auguri alla nostra città perché abbia amministratori onesti ed efficienti, e a noi, catanesi, perché troviamo il modo non di rassegnarci, ma di migliorare la vivibilità della nostra città.

Auguri a tutte quelle donne e quegli uomini che fuggono, perché perseguitati, dalla loro terra, perché possano trovare, nel nostro mondo che sta bene, amicizia e solidarietà.

Ci benedica Dio onnipotente e ci conceda alla fine di questo nuovo anno di voltarci indietro per verificare se abbiamo dato il nostro contributo al miglioramento di questo mondo, per guardare, con gioia e soddisfazione, al tempo che avremo vissuto!

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