Signore, dammi di quest’acqua perché non abbia più sete

27 Febbraio 2005 Nessun Commento     

“Scegli fra il bene e il male”! Ricordate? Era il 13 febbraio, la prima domenica di quaresima. “Esci dalla tua terra”, domenica scorsa, non chiuderti solo nei tuoi interessi. Se scegli di essere cristiano (non dimentichiamo che le letture di queste domeniche erano proposte a chi si preparava nella notte di Pasqua a ricevere il battesimo), se scegli di essere cristiano apriti a prospettive nuove, fai tuoi gli

orizzonti di Dio!

Ma è ciò che, certamente, dicono oggi a questi bambini i loro padri e le loro madri:

“Stai attento!Tu non sei solo “nostro figlio”. Esci dalle quattro pareti di casa tua, la tua casa è il mondo! Se ti abbiamo portato il 27 febbraio del 2005 in una comunità cristiana, è perché tu sappia, fin da piccolo, che sei figlio del padre tuo che sta nei cieli, e quindi che ogni donna ed ogni uomo sulla terra è tua sorella, è tuo fratello!

Perché ti renda conto che il tuo orizzonte è il Regno di Dio.

La stessa chiesa deve starti stretta, perché la tua chiesa è solo il trampolino di lancio che deve aprirti al mondo intero!

Altro che “l’impero del papa”…

Ma vi rendete conto dei guasti che produce il linguaggio senza che noi che ne accorgiamo?

Così scriveva Repubblica a pag. 6 di venerdì: “l’impero del papa: 1,2 miliardi di fedeli in tutto il mondo, e poi, nella colonna accanto le strutture dell’impero: il segretario di stato, il ministro degli esteri, il camerlengo…

Se noi cristiani non ci sentiamo a disagio davanti a questo modo di esprimersi è segno che abbiamo perso il senso della realtà cristiana, che non sappiamo chi siamo, e che abbiamo anche perso il senso delle proporzioni, con quell’altro cronista che scrive sullo stesso giornale: “un colpo di tosse de papa, ed un brivido di gelo

serpeggia tra la folla…”Esagerato!

Mai come in queste occasioni il carrozzone mediatico vende tanta pubblicità, e mai come in queste occasioni i politici cercano di allargare il consenso.Berlusconi ci

dice che possiamo stare tranquilli, il papa guarirà, lui è fiducioso, e Bertinotti dice che ha abbandonato l’ateismo e si è messo alla ricerca di Dio. Va benissimo! Ma ce lo poteva dire in un’altra occasione…

Mo sono lasciato prendere la mano dalla cronaca, scusate!

Torniamo al vangelo.

Nel corso delle nostre conversazioni domenicali, non ci fermiamo mai con calma, con attenzione, con amore, per penetrare a fondo, per comprendere fino nelle pieghe più intime il linguaggio del Vangelo.

Molto più spesso, saltiamo la fatica dell’analisi e andiamo direttamente al nucleo del discorso, cercando di coniugarlo alla vita, alla realtà che ci circonda, ai fatti che interpellano quotidianamente la nostra esistenza.

Oggi facciamo un’eccezione alla regola.

Cristo che, stanco dal viaggio, siede presso il pozzo. Ed era mezzogiorno…

Il “viaggio” di Cristo è la parabola della sua intera vita come viaggio dal mondo al Padre.

Stanco: questo viaggio, questo cammino comporta fatica, dolore… è il dolore

della passione, della sofferenza e della morte…

Era mezzogiorno: Per Cristo l’ora della passione, è l’ora della luce, è l’ora della gloria, è l’ora in cui l’amore di Dio, come un sole, rifulse nella storia del mondo…

“Dammi da bere”. Cristo chiede, si muove per primo. Per primo ci viene incontro per salvarci; ma chiede un minimo di disponibilità;

Se sapessi, donna, chi ti chiede da bere, tu stessa mi avresti chiesto da bere, ed io ti avrei dato acqua viva….”

Ecco il nucleo del discorso.

L’acqua, nel linguaggio di Giovanni, l’acqua che da la vita, indica lo Spirito, quel dono che per mezzo di Cristo ci fa diventare Figli di Dio, quel cuore nuovo capace di nuovi desideri, quell’acqua che può finalmente saziare di senso e di significato la

sete del nostro cuore.

A questo punto quella donna comincia a intuire qualcosa, comincia quasi senza

accorgersene, sull’onda delle parole di Cristo, a passare dall’acqua che cercava, ad un’altra acqua, dalla sua sete, ad un’altra sete, dal pozzo alla sorgente; comincia a capire che forse nella vita ha cercato nella direzione sbagliata, confessa il suo

bisogno, la sua insoddisfazione, comprende che tutte le fonti alle quali ha attinto non sono state capaci di placarle la sete. Le esperienze da lei vissute l’hanno soddisfatta solo per una attimo. Anche la religione che essa ha conosciuto non è venuta incontro alle sue esigenze più profonde: aveva conosciuto obblighi, comandi, regole, divieti… aveva sperimentato gli inevitabili fallimenti, ma oltre non

vedeva nulla, non conosceva un Dio che dona la vita vera…

“Signore, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete…”

Mi vengono in mente tanti casi di cristiani, di battezzati, che hanno seguito tanti riti, tanti comandamenti, tanti precetti nella loro vita e ne sono rimasti talmente insoddisfatti da andare a cercare altrove quell’acqua che non hanno trovato nella chiesa, quell’acqua che noi non siamo stati capaci di offrire; nelle religioni orientali,

nel buddismo, nell’Islam… o peggio nella superstizione e nella magia.

Con tutto il rispetto almeno per le forme di religiosità io credo che questo

rivolgersi altrove dipenda, a volte, dall’ansia di una ricerca non appagata, di una spiritualità mai trovata, di un Cristo mai incontrato, da una superficialità religiosa che, magari per colpa dei preti, non è mai riuscita a toccare il fondo dell’anima e del

cuore…

A questo punto la replica di Gesù è quanto mai inattesa…

Sembrerebbe che Egli svii il discorso, chiedendo alla donna di tornare al pozzo

con suo marito. Credo che Cristo le abbia rivolto questo invito non con quel tono arcigno e distaccato con il quale spesso noi preti affrontiamo i disagi morali delle persone, ma spianando il volto a quel sorriso che apre il cuore alla confidenza e alla

sincerità.

“Non ho marito”.

“Lo credo bene. Ne hai avuti altri cinque e quello che hai ora non è il tuo…”

Cristo non fa il moralista. Vede nella vita di quella donna non l’errore, il peccato;

ma la sua insoddisfazione, la sua sete, la sua instabilità che la porta a passare da un amore all’altro…

Non si pronunzia sulla sua vita.

La porta a trovare la gioia in un’altra dimensione, la invita a consegnare a Lui

tutto il suo passato, le sue difficoltà matrimoniali, la sua travagliata vita affettiva. E tutto questo diventa in qualche modo simbolo del peccato e della idolatria del suo popolo. I samaritani, dice il Libro dei Re, avevano eretto cinque templi a Baal, un

idolo pagano; in ebraico Baal vuol dire anche marito. Incontrare Cristo vuol dire lasciare gli idoli, iniziare una vita nuova nella libertà dello Spirito, simboleggiato nell’acqua donata da Cristo, vuol dire rispondere alla ricerca del Padre che vuole

adoratori in spirito e verità.

Cristo certamente non nega la celebrazione del culto. Ma, lo sappiamo, il vero culto, il vero onore reso a Dio, per Lui non passa, dai riti, passa dalla vita.

Adorare Dio in spirito e verità significa semplicemente mettersi al servizio di Dio nella verità di Cristo attraverso la forza dello Spirito, che si manifesta nell’amore: nel perdono del nemico, nell’offerta del bicchiere d’acqua, nella ricerca della giustizia, nell’esercizio della misericordia, nella costruzione della pace…

Non c’è più allora un monte più degno di una altro per adorare Dio, né una città

più adatta, né un tempio più sacro. Perché il luogo verso il quale ti spinge la verità dello Spirito è l’uomo, il fratello, il povero, chiunque abbia bisogno di te…

Che l’acqua nel quale battezzeremo far poco questi bambini, simbolo e segno

dello Spirito e della vita ci faccia scegliere veramente di essere cristiani, ci faccia uscire dalla monotonia della vita senza senso, ci faccia incamminare vero la luce.

Tags: , , , Omelie

Scrivi un Commento


Warning: Undefined variable $user_ID in /membri/sspietroepaolo/wp-content/themes/mymag/comments.php on line 51

(required)

(required)


Che siano una cosa sola

RIT. Che siano una sola cosa, perchè il mondo veda che siano un solo amore. perchè il mondo creda....

Il cantico delle creature

A te solo Buon Signore Si confanno gloria e onore A Te ogni laude et benedizione A Te solo...