Del tuo Spirito Signore è piena la terra
15 Maggio 2005 Nessun CommentoOggi è la festa di Pentecoste, la festa dello Spirito santo, la festa
dell’amore di Dio nella nostra vita.
L’amore investe tutta la nostra esistenza, è la fonte delle gioie più
grandi, e delle sofferenze più atroci, è ciò che ci fa ridere e ci fa
piangere, che può far vivere e può far morire, ma è una parola che
vale anche per Dio, anzi è Dio stesso, il nostro Dio che vive per
amore, ed è morto per amore…
Quel Dio nostro Padre che ora preghiamo perché perdoni i nostri
peccati che altro non sono che mancanza di amore.
LETTURE
I brani della Bibbia che fra poco ascolteremo descrivono il
cambiamento che avviene nel cuore dell’uomo, in una comunità
cristiana, nel mondo e nella storia, quando queste realtà vengono
investite dallo Spirito di Dio.
La prima e la seconda lettura stanno tra loro in rapporto simmetrico:
dall’Antico Testamento l’episodio della torre di Babele, che sancisce
l’incomunicabilità fra gli uomini, che, dimentichi di guardare il cielo,
non si capiscono più fra di loro, al Libro degli Atti dove l’episodio
biblico viene capovolto, perché è l’amore che fa comunicare gli uomini
al di là della diversità di lingua e di cultura fino al Vangelo di Giovanni,
dove Cristo comunica ai suoi discepoli la capacità di amare, la
potenza di Dio, l’unica, attraverso la quale è possibile togliere il
peccato dal mondo.
Il nostro ascolto attento ci farà cogliere quei particolari sui quali
cercheremo di fondare la nostra riflessione.
OMELIA
“Del tuo Spirito Signore, è piena la terra”.
Ricordate le espressioni che ci hanno fatto da guida domenica
scorsa, festa dell’Ascensione, e che erano scritte di fronte a noi?
E’ bene per voi che io me ne vada, ma perché state a guardare il
cielo?
La frase di oggi, festa di Pentecoste, che abbiamo insieme ripetuta
nel canto del salmo, è la risposta a quella domanda.
“Perché state a guardare il cielo?
Dello Spirito del Signore è piena la terra!
Vediamo perché!
La Pentecoste, letteralmente 50 giorni dopo la Pasqua, era per gli
antichi agricoltori della Palestina il giorno in cui si ringraziava Dio per
la raccolta del grano: era la festa di ciò che assicurava la vita fisica, la
sopravvivenza.
In un secondo momento venne ad indicare la festa dell’alleanza,
nella quale si festeggiava l’avvenimento del Sinai: il dono della legge
scolpita sulle tavole di pietra: la festa dell’elemento che assicurava la
vita morale.
Tutti questi significati vengono convogliati, ma anche superati e
arricchiti nella celebrazione cristiana: i primi discepoli, cinquanta giorni
dopo la Pasqua ebraica, ma anche cinquanta giorni dopo la
risurrezione di Cristo sono riempiti di Spirito santo: è la realizzazione
della nuova alleanza, del nuovo rapporto fra Dio e l’uomo instaurato in
Cristo, la festa della presenza in noi e nel mondo della forza di Dio.
Infatti lo Spirito santo è questo alimento, questa nuova legge,
non più scolpita su tavole di pietra, ma impressa nel cuore di
quegli uomini e di quelle donne che hanno ricevuto da Cristo
risorto una vita nuova e da Cristo asceso al cielo un compito:
quello di continuare, immersi, battezzati in questa forza che viene
da Dio, la sua missione sulla terra.
Non sono riuscito a trovare parole più adatte per spiegare a me
stesso, per tradurre a voi il significato di questa festa, che si ritrova in
tutti i simboli sparsi a piene meni nelle letture di oggi.
“Spirito” vuol dire anima, anima vuol dire soffio, respiro, alito caldo,
affettività, fuoco, vita…
Lo “Spirito” santo è la vita di Dio, la sua ragione più profonda, la sua
realtà più intima, ciò che muove Dio stesso, è l’amore.
E’ quella forza, quella potenza, quella capacità che anima Dio, che è
stata data a Cristo e che viene data ad ogni credente perché possa
compiere come Cristo le opere di Dio.
E’ uno spirito creatore. Si librava sulle acque all’inizio del mondo,
all’origine della vita…
Dio alita, soffia sulle acque e queste brulicano di vita, Dio alita, soffia
nella bocca del corpo dell’uomo fatto di fango e l’uomo vive…
Anche Cristo alita sui discepoli: Ricevete lo Spirito santo. Andate a
togliere il male, il peccato, l’odio, la divisione… Fate rivivere il mondo.
Per essere capaci di questo siete stati circondati, immersi, penetrati,
battezzati in questo spirito.
Ecco allora il senso della celebrazione di oggi.
E’ il giorno in cui ringraziamo Dio dell’amore, perché è convinzione
del cristiano che lo spirito di Dio riempie la terra, che dovunque c’è
carità e amore, anche solo un po’ d’amore, lì c’è Dio.
La parola amore ha certamente tanti significati…
Ci sono tanti gesti che si chiamano d’amore e forse non sono amore
ma gesti egoistici travestiti…
Forse li chiamiamo così perché abbiamo nostalgia dell’amore vero…
Ma c’è certamente Dio nell’amore della madre per il suo bambino e
del figlio per la sua mamma…
Nell’amore della ragazzina che scopre per la prima volta il volto del
suo amico…
E in quello della donna che con maggiore consapevolezza sceglie il
compagno della sua vita…
C’é lo Spirito di Dio nell’amore forte e appassionato di una coppia
all’inizio del suo cammino…
E quello sereno e stabile di coloro che attraverso le tempeste della
vita sono riusciti ad invecchiare insieme…
C’é Dio nell’amore di chi nella vita è giri su chiunque abbia bisogno
di amore.
C’é Dio nell’amore che vuole il bene dell’altro, l’amore che da… e
c’é l’orma di Dio anche in quello rubato, mercenario, perché ogni
scintilla d’amore, anche fuorviata, esprime l’anelito verso l’amore vero.
Ma, passando dal piano umano, nel quale abbiamo trovato le tracce
dello spirito, al piano cristiano, possiamo celebrare la consapevole
presenza dello Spirito, di questo Amore, nella nostra vita.
Possiamo celebrare la Pentecoste se siamo passati dalla religione
del timore, dalla religione della osservanza ansiosa della legge, dalla
preoccupazione della nostra salvezza, alla religione della audacia,
dell’impegno, della preoccupazione per la salvezza di tutti.
Festeggiamo l’Amore, lo Spirito santo, la sua presenza, se qui, ora,
in questo momento, non ci sentiamo fra estranei, fra persone riunite
per caso, senza rapporti reciproci, senza affetti, senza interessi e
progetti comuni, ma se ci sforziamo di diventare un solo corpo,
all’interno del quale ci si conosce, ci si ama, ci si rispetta, ci si
perdona, si lavora insieme, pur nella diversità dei doni, per il Regno di
Dio.
Festeggiamo lo Spirito santo che riempie la terra, che inonda
l’universo, perché è uno spirito che va dove vuole e per entrare nel
cuore di un uomo non chiede l’appartenenza a una chiesa ma solo uno
spiraglio di buona volontà.
Ecco perché dobbiamo pregare per ottenere lo Spirito.
Stiamo attenti: è una preghiera pericolosa. Perché, lo Spirito santo è
capace di sconvolgere dalle fondamenta la vita di una persona, di una
famiglia, di una comunità. Se amiamo la vita tranquilla, se vogliamo
farci i fatti nostri, se non vogliamo che i problemi degli altri entrino
nella nostra vita, non facciamo questa preghiera: potrebbe finirci male.
Tanto è vero che noi chiediamo tante cose a Dio, ma forse poche
volte abbiamo pregato per essere capaci di amare di più: i figli, il
marito, la moglie, il vicino, l’estraneo, il nemico, questa città, il mondo
nel quale viviamo…
Eppure con questa preghiera allo Spirito santo dobbiamo
concludere, perché possiamo chiamarci ed essere veramente cristiani
solo se chiediamo ed otteniamo dal Padre quello stesso Spirito che
animava Cristo….
Vieni Spirito Santo
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni datore dei doni,
vieni luce dei cuori.
Consolatore perfetto
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo;
nella calura riparo;
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo,
il cuore di tuoi fedeli.
Senza la Tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
che in Te solo confidano,
i Tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
AMEN!
Omelie