Ricordati della tua fine e smetti di odiare

11 Settembre 2005 Nessun Commento     

Con fraternità e con gioia ci accogliamo nella comunità cristiana e ci riconosciamo

peccatori davanti a Dio. E’ necessario non solo per essere perdonati da lui, ma per

diventare capaci di aprire il cuore ai nostri fratelli.

LETTURE

Cosa vuol dire perdonare?

Perché perdonare?

Come e quando farlo?

Sono alcune domande alle quali risponde oggi la parola di Dio.

Il perdono la riconciliazione, la pace, sono al centro della esperienza umana.

Certamente ciò che ascolteremo arricchirà la nostra vita.

Ascoltiamo.

OMELIA

Oggi è l’11 settembre. Una data che resterà scolpita nella mente di molte

generazioni di uomini e di donne, come il simbolo dell’odio, della vendetta, della

morte.

La morte… appare così spesso sugli schermi dei nostri apparecchi televisivi, che

rischiamo di non farci più caso.

C’è poco da fare.

Anche uno stupido capisce che l’odio genera odio, che la vendetta partorisce la

vendetta, e che la catena non si spezzerà mai fino a quando qualcuno, sulla sua

pelle, non sarà capace di sopportare il peso e la gioia del perdono.

Forse è difficile incontrare l’odio alla stato puro.

Più spesso è frutto della ritorsione, dell’offesa vera o presunta che si è ricevuta.

Mi hai fatto del male, devo vendicarmi, devo ripagarti con la stessa moneta: occhio

per occhio, dente per dente…

Il kamikaze, moderna figura di massa del grado più alto di ritorsione giustifica i suoi

gesti estremi, per ottenere una giustizia altrimenti impossibile, e se chiama in causa

Dio, lo fa perché crede che Dio debbe difendere i deboli contro i forti e gli oppressi

contro gli oppressori…

Ecco: il tema di oggi spazia dalla nostra quotidianità, ai problemi che tragicamente

affligono tutto il nostro mondo.

Basta solo aprire un po’ gi occhi per accorgersi che siamo immersi nel conflitto,

nella antipatia, nella indifferenza reciproca, nell’odio…

Può avvenire in famiglia o sul posto di lavoro…

Fra conoscenti o con gli estranei…

Nella vita sociale e politica…

Fino alla guerra…

Persino all’interno di una comunità cristiana!

Respiriamo spesso più aria di scontri e di rancori che atmosfere di comprensione e

amore…

In questo contresto che ognuno di noi può dilatare con la sua esperienza cade

l’invito al perdono, un invito che parte dal cuore di Dio per arrivare dritto al nostro

cuore per spingerci a far nostre le sue intenzioni: radunare tutti gli uomini una sola

famiglia.

Certo non è un progetto normale.

Perdonare, estinguere la sete di vendetta, togliere l’indifferenza, amare il nemico,

sono cose da pazzi, se le prendiamo sul serio.

Perché dovremmo far nostri questi atteggiamenti così estranei al comune modo di

pensare?

Può aiutarci il suggerimento del libro della Sapienza.

Un’acuta coscienza della propria finitezza, dei propri limiti, il sentirsi in fondo sulla

stessa barca di chi sbaglia, la capacità di capire le ragioni dell’altro, la convinzione di

essere a volte noi stessi, causa più o meno volontaria degli errori altrui, sono

altrettanti motivi dettati al buon senso.

Provengono dalla grandezza di cui è capace il cuore umano. Sono riflessioni

proprie di ad altre religioni e di modi di vedere che non sono cristiani.

Ma noi cristiani, per smettere di odiare, abbiamo qualche motivo in più?

Abbiamo qualcosa di più che dei semplici motivi.

Se il cristianesimo è salvezza, se è esperienza dell’amore di Dio, se è

trasformazione della nostra vita, se è il cambiamento del mio cuore di pietra in un

cuore di carne (lo dice la bibbia) io divento capace di amare come Dio ama, di essere

giusto come Lui è giusto.

Di una giustizia diversa da quella degli uomini, perché Dio non è giusto nel senso

che pesa col bilancino di precisione il peccato commesso e il castigo da affibbiare,

non è giusto perché, come afferma Dante nel suo inferno, pratica il contrappasso: per

ogni colpa ti affibbio quel preciso tormento proporzionato alla colpa; ma perché fa Lui

il primo passo, andando a cercare il peccatore ed aiutandolo a risollevarsi.

La nostra giustizia è calcolo, quella di Dio è misericordia.

Se la abbiamo sperimentata sulla nostra pelle, abbiamo un cuore nuovo:

diventiamo capaci di trovare il coraggio e la forza di andare verso chi ha bisogno di

amore per tornare a vivere.

Se invece siamo persone troppo per bene, se siamo convinti di non sbagliare mai,

se ci reputiamo infallibili, se non abbiamo sperimentato il perdono e la misericordia di

Dio, non troveremo probabilmente mai motivi sufficienti per perdonare e accogliere gli

altri.

Non dobbiamo però, è meglio ricordarlo, confondere il perdono con i buoni

sentimenti.

Il perdono non può partire dai sentimenti, è un assurdo psicologico. Procede dalla

volontà e dalla fede. Ai sentimenti non si comanda.

Amare il nemico non vuol dire ringraziare chi ci fa del male, applaudire chi ci

maltratta.

Significa aver da Dio la forza, stringendo i denti e affondando le unghie nel palmo

delle mani, di non ricambiare il male con il male, nel desiderio di riconciliarsi

profondamente anche sul piano dei sentimenti, quando questo modo di fare avrà

lentamente trasformato il nemico in amico.

Essere cristiani, lo abbiamo detto altre volte potrà significare essere pazzi ma non

cretini, nel senso che bisogna assuppare tutto, sopportare tutto, essere masochisti, .

Perdonare va bene, ma ci sono delle collere secondo Dio.

Bisogna riuscire ad indignarsi senza odio, bisogna lottare senza distruggere il

malvagio, ma per salvare anche lui dal male di cui è prigioniero.

E’ il recupero del malvagio, è la redenzione del fratello attraverso il sacrificio, a

volte, anche della propria vita.

Vedete allora come il perdono investe tutti i rapporti sociali: dalla pena di morte che

il cristiano elimina alla sua mentalità, alla lotta alla criminalità nella quale si rinuncia

ad una punizione pensata come risposta al male con il male e si cerca di capire dove

stanno le responsabilità, alla punizione e al carcere nel quale chi ha veramente

sbagliato dovrebbe non solo pagare il suo debito verso la società, ma redimersi, alla

guerra che, per un cristiano, non può mai essere fatta adducendo pretesti che

camuffano altri interessi.

Il futuro del mondo non è roseo.

Questa guerra in Irak non sappiamo come andrà a finire… Cina e Russia sembra

che si mettano d’accordo per impadronirisi delle risorse mondiali.

Marx è morto ma non credo che qualcuno possa contraddire la sua tesi secondo la

quale ci ammazziamo a vicenda perché chi non ha nulla vuole qualcosa, e chi ha

tutto vuole ancora di più.

Ci fermiamo qui, perché a questo punto tanti spazi si sono certamente aperti nella

nostra mente soprattutto nel nostro cuore.

Anche se restano aperti ed insoluti mille altri problemi.

Ma in ogni caso, nella nostra vita di ogni giorno dobbiamo ricordare che solo se

perdoniamo Dio ci perdona, conclude la parabola di oggi.

Perché?

Forse perché Dio è come noi? Dice a noi di perdonare il nemico e poi non ci

perdona se noi non perdoniamo?

Il discorso è diverso. Vedete: noi abbiamo una sola porta nel nostro cuore. Se

questa porta è chiusa al perdono del fratello, l’amore di Dio non sa da dove entrare.

Ecco perché il perdono degli altri è la condizione oggettiva dl perdono di Dio.

Ogni sera, andando a letto, ognuno di noi dovrebbe dire: “Signore, anche se

qualcuno ce l’ha con me, ti ringrazio perché sono in pace con tutti, se dipendesse da

me ogni guerra sarebbe già finita…

Preghiamo insieme per questo…

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