Del tuo Spirito Signore è piena la terra

4 Giugno 2006 Nessun Commento     

Oggi è la festa di Pentecoste, la festa dello Spirito santo, la festa dell’amore nella nostra vita.

Qualcosa che investe tutta la nostra esistenza, perché l’amore è la fonte delle gioie più grandi, e delle

sofferenze più atroci, è ciò che ci fa ridere e ci fa piangere, che può far vivere e può far morire, ma è una

parola che vale anche per Dio, anzi è Dio stesso, il nostro Dio che vive per amore, ed è morto per amore…

Quel Dio nostro Padre che ora preghiamo perché perdoni i nostri peccati che altro non sono che mancanza

di amore.

LETTURE

I brani della Bibbia che fra poco ascolteremo descrivono il cambiamento che avviene nel cuore dell’uomo,

in una comunità cristiana, nel mondo e nella storia, quando queste realtà vengono investite dallo Spirito di

Dio.

Dal Libro degli Atti dove leggiamo il capovolgimento dell’episodio biblico della torre di Babele, scopriamo

che è l’amore che fa comunicare gli uomini al di là della diversità di lingua e di cultura… alla lettera di Paolo

che descrive i frutti della presenza dello Spirito nella vita del cristiano e della comunità, fino al Vangelo di

Giovanni, dove Cristo comunica ai suoi discepoli la capacità di amare, la potenza di Dio, l’unica, attraverso la

quale è possibile togliere il peccato dal mondo.

Il nostro ascolto attento ci farà cogliere quei particolari sui quali cercheremo di fondare la nostra

riflessione.

OMELIA

“Del tuo Spirito Signore, è piena la terra”.

Ricordate l’espressione che ci ha fatto da guida domenica scorsa, festa dell’Ascensione, e che era scritta

di fronte a noi?

La frase che abbiamo scritto oggi, festa di Pentecoste, che abbiamo insieme ripetuta nel canto del salmo, è

la risposta a quella domanda.

“Perché state a guardare il cielo?

Dello Spirito del Signore è piena la terra!

Cos’è la Pentecoste per noi?

La Pentecoste, letteralmente 50 giorni dopo la Pasqua, era per gli antichi agricoltori della Palestina il

giorno in cui si ringraziava Dio per la raccolta del grano: era la festa di ciò che assicurava la vita fisica, la

sopravvivenza.

In un secondo momento venne ad indicare la festa dell’alleanza, nella quale si festeggiava l’avvenimento

del Sinai: il dono della legge scolpita sulle tavole di pietra: la festa dell’elemento che assicurava la vita

morale.

Tutti questi significati vengono convogliati, ma anche superati e arricchiti nella festa cristiana: i primi

discepoli, cinquanta giorni dopo la Pasqua ebraica, ma anche cinquanta giorni dopo la risurrezione di Cristo

sono riempiti di Spirito santo: Si realizza la nuova alleanza, il nuovo rapporto fra Dio e l’uomo instaurato in

Cristo, la festa della presenza in noi e nel mondo della forza di Dio.

Infatti lo Spirito santo è questo alimento, questa nuova legge, non più scolpita su tavole di pietra, ma

impressa nel cuore di quegli uomini e di quelle donne che hanno ricevuto da Cristo risorto una vita nuova e

da Cristo asceso al cielo un compito: quello di continuare, immersi, battezzati in questa forza che viene da

Dio, la sua missione sulla terra.

Non sono riuscito a trovare parole più adatte per spiegare a me stesso, per tradurre a voi il significato di

questa festa, che si ritrova in tutti i simboli sparsi a piene meni nelle letture di oggi.

“Spirito” vuol dire anima, anima vuol dire soffio, respiro, alito caldo, affettività, fuoco, vita…

Lo “Spirito” santo è la vita di Dio, la sua ragione più profonda, la sua realtà più intima, ciò che muove Dio

stesso, è l’amore.

E’ quella forza, quella potenza, quella capacità che anima Dio, che è stata data a Cristo e che viene data ad

ogni credente perché possa compiere come Cristo le opere di Dio.

E’ uno spirito creatore. Si librava sulle acque all’inizio del mondo, all’origine della vita…

Dio alita, soffia sulle acque e queste brulicano di vita, Dio alita, soffia nella bocca del corpo dell’uomo fatto

di fango e l’uomo vive…

Anche Cristo alita sui discepoli: Ricevete lo Spirito santo. Andate a togliere il male, il peccato, l’odio, la

divisione… Fate rivivere il mondo.

Per essere capaci di questo siete stati circondati, immersi, penetrati, battezzati in questo spirito.

Ecco allora il senso della celebrazione di oggi.

E’ il giorno in cui ringraziamo Dio dell’amore, perché è convinzione del cristiano che lo spirito di Dio

riempie la terra, che dovunque c’è carità e amore, anche solo un po’ d’amore, lì c’è Dio.

C’é Dio nell’amore della madre per il suo bambino e del figlio per la sua mamma…

Nell’amore della ragazzina che scopre per la prima volta il volto del suo amico…

E in quello della donna che con maggiore consapevolezza sceglie il compagno della sua vita…

C’é lo Spirito di Dio nell’amore forte e appassionato di una coppia all’inizio del suo cammino…

E quello sereno e stabile di coloro che attraverso le tempeste della vita sono riusciti ad invecchiare

insieme…

C’é Dio nell’amore di chi nella vita è rimasto solo o per scelta per i casi della vita, purché non inacidisca,

ma si riversi su chiunque abbia bisogno di amore.

C’é Dio nell’amore che vuole il bene dell’altro, l’amore che da… e c’é il desiderio di Dio anche in quello

rubato, mercenario, perché ogni scintilla d’amore, anche fuorviata, esprime l’anelito verso l’amore vero.

Ma, passando dal piano umano, nel quale abbiamo trovato le tracce dello spirito, al piano cristiano,

celebriamo la consapevole presenza di questo Spirito, di questo Amore, nella nostra vita.

Festeggiamo la Pentecoste se siamo passati dalla religione del timore, dalla religione della osservanza

ansiosa della legge, dalla preoccupazione della nostra salvezza, alla religione della audacia, dell’impegno,

della preoccupazione per la salvezza di tutti.

Festeggiamo l’Amore, lo Spirito santo, la sua presenza, se qui, ora, in questo momento, non ci sentiamo fra

estranei, fra persone riunite per caso, senza rapporti reciproci, senza affetti, senza interessi e progetti

comuni, ma siamo e ci sforziamo di diventare un solo corpo, all’interno del quale ci si conosce, ci si ama, ci si

rispetta, ci si perdona, si lavora insieme, pur nella diversità dei doni, per il Regno di Dio.

Festeggiamo lo Spirito santo che riempie la terra, che inonda l’universo, perché è uno spirito che va dove

vuole e per entrare nel cuore di un uomo non chiede l’appartenenza a una chiesa ma solo uno spiraglio di

buona volontà.

Ecco perché dobbiamo pregare per ottenere lo Spirito.

Stiamo attenti: è una preghiera pericolosa. Perché, lo Spirito santo è capace di sconvolgere dalle

fondamenta la vita di una persona, di una famiglia, di una comunità. Se amiamo la vita tranquilla, se vogliamo

farci i fatti nostri, se non vogliamo che i problemi degli altri entrino nella nostra vita, non facciamo questa

preghiera: potrebbe andarci male.

Tanto è vero che noi chiediamo tante cose a Dio, ma forse poche volte abbiamo pregato per essere capaci

di amare di più: i figli, il marito, la moglie, il vicino, l’estraneo, il nemico, questa città, il mondo nel quale

viviamo…

Eppure con questa preghiera alla Spirito santo dobbiamo concludere, perché possiamo chiamarci ed essere

veramente cristiani solo se chiediamo ed otteniamo dal Padre quello stesso Spirito che animava Cristo….

Vieni Spirito Santo / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri, / vieni datore dei doni, / vieni luce die cuori.

Consolatore perfetto / ospite dolce dell’anima, / dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo; / nella calura riparo; / nel pianto, conforto.

O luce beatissima, / invadi nell’intimo, / il cuore di tuoi fedeli.

Senza la Tua forza, / nulla è nell’uomo, / nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido, / bagna ciò che è arido, / sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido, / scalda ciò che è gelido, / drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli, / che in Te solo confidano, / i Tuoi santi doni.

Dona virtù e premio, / dona morte santa, / dona gioia eterna.

AMEN!

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