Ecco, io faccio un cosa nuova…
19 Febbraio 2006 Nessun CommentoIniziamo con gioia con entusiasmo questa celebrazione.
Il pessimismo, la ripetizione, la monotonia tentano di impossessarsi della nostra anima.
Dio invece è sempre nuovo. Vuole rinnovarci e insieme a noi ricreare il mondo.
Anche questo bimbo, che battezzeremo oggi, che immergeremo nella novità dello Spirito, è segno della novità
di Dio.
Per accettare questa novità, diciamo: “Signore, pietà…
LETTURE
Dio non si rassegna mai. Fa nascere cose nuove.
E’ questo lo stimolo che viene dal profeta Isaia, è questo il significato della guarigione del paralitico nel
vangelo.
E’ questo l’atteggiamento, come dice Paolo nella lettera ai Corinzi, che deve creare in noi la disponibilità di
Cristo.
Ascoltiamo!
OMELIA
Vi sentite depressi?
Siete dei peccatori!
E’ l’opinione – la leggevo qualche giorno fa su un quotidiano – di padre Amedeo Cencini, psicoterapeuta e
professore di psicologia all’Università Gregoriana di Roma.
“C’è un tipo di depressione causata al peccato e dall’inevitabile senso di colpa che esso suscita in qualunque
persona, n e sia cosciente o meno…”
E’ un’opinione discutibile, ma, comunque sia, il vangelo di oggi, in qualche modo, collega il male fisico con il
male morale, la paralisi del corpo con il blocco dello spirito, l’immobilità psicologica con la rottura del nostro rapporto
con Dio.
Come domenica scorsa, cerchiamo di puntare non al miracolo, ma a ciò che questo miracolo dice alla nostra
vita.
Il fatto prodigioso ha, infatti, una precisa intenzione: rivelare che Cristo, figlio di Dio, è venuto in questo
mondo per liberarci dai nostri peccati.
Da quali peccati ci libera Cristo?
Se ci pensiamo bene, al di là delle singole trasgressioni della legge, della morale, esiste un peccato che non si
colloca nelle norme in base alle quali facciamo ancora i nostri esami di coscienza.
Uno dei peccati propri del cristiano, lo dico mettendo insieme le letture bibliche di oggi, è l’attaccamento al
passato ed il rifiuto del futuro.
Il futuro inteso come l’insieme delle possibilità latenti della creazione di Dio.
“Ecco faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?”
E’ molto triste pensare che da qualche secolo in qua tutti gli impeti di novità siano nati a dispetto dei
credenti!Salvo poi a consolarci e giustificarci dicendo che la libertà, l’eguaglianza, la fraternità o la scelta dei poveri e
degli oppressi, le grandi parole delle rivoluzioni, sono in fondo cristiane.
Cristo è venuto per liberarci, per rimettere questo peccato!
Egli è entrato nella vecchiaia del mondo fino a lasciarsi sgretolare.
Attorno a Gesù il vecchio mondo fa di tutto per soffocarlo, per ridurre la portata divina del suo messaggio: i
custodi della tradizione, della legge, di Cesare.
La sua morte è la denuncia del mondo vecchio di tutti i tempi.
Ed allora, questo Gesù, che si presenta oggi di fronte a un paralitico come Colui che perdona i peccati
e ridà vita alle membra stanche, morte, paralizzate, è il simbolo straordinario di questa potenza di Dio che può
progettare in un modo nuovo perché ha la potenza, la capacità, la forza di creare donne e uomini nuovi.
E’ questa probabilmente la coscienza che Marco voleva risvegliare fra i cristiani della sua comunità in
questo racconto.
Fra tutti i cristiani vecchi e giovani, perché c’è una vecchiaia cronologica ed una vecchiaia mentale. Ci sono
persone di vent’anni decrepiti e vecchi di ottant’anni giovanissimi e vivaci…
Gesù, “Vista la loro fede… disse: Ti sono rimessi i tuoi peccati…”
Cioè:
Tu hai fede, vuoi affidarti a me, per realizzare i progetti di Dio? SE hai fede, se affidi a me la tua vita, “Ti sono
rimessi i tuoi peccati”. Ti libero dai tuoi lacci, dal tuo immobilismo, del tuo vecchiume, dalla tua inerzia, dalla tua
passività, dal tuo attaccamento allo scontato, al ripetitivo. Tu sei un uomo nuovo, capace di fare cose nuove.
Alzati e cammina!
E’ questa “la Parola” , di cui parla il vangelo; ed è la cosa più difficile da fare, perché è più facile far
camminare uno storpio, risanare una parte dell’uomo, che risanare l’uomo tutto intero.
E’ questo il senso del perdono.
Gli scribi hanno ragione: solo Dio può perdonare i peccati.
Anche noi perdoniamo, nel senso che non ne teniamo conto, non ci vendichiamo.
Ma il perdono è molto di più che lasciar correre e far finta di niente.
Il perdono è l’intervento creativo di Dio che è in grado di far diventare “buono” l’uomo cattivo”. Il perdono
consiste nella creazione di una cuore nuovo, di una nuova capacità nell’uomo.
Ed il peccato è qualcosa di molto più serio che la violazione di una norma morale: è la condizione stessa
dell’uomo , é l’impotenza a fare ciò che si deve fare: Il peccato è un vuoto, una mancanza, una perdita; non per niente
a chi ha perso una occasione straordinaria, si dice con rammarico: “peccato”!
Questa condizione strutturale dell’uomo è paragonata da Gesù alla paralisi, cioè alla condizione di chi è
legato nelle sue facoltà fisiche e non può esercitare quelle funzioni normali come camminare, muovere le mani,
parlare.
Questa paralisi profonda della umanità solo Dio può curarla.
Non siamo cristiani se non crediamo che Dio possa rifarci nuovi e rifare nuovo il mondo.
Siamo solo disillusi, stanchi, sfiduciati.
Non è che ce ne manchino i motivi…
Basta guardarsi attorno…
La guerra è vecchia, la pace è nuova; la miseria e l’oppressione sono vecchie, la giustizia e la fraternità sono
cosa nuova, l’inganno è vecchio la verità è nuova, la difesa della propria cultura è cosa vecchia, il far convivere
insieme culture diverse è cosa nuova…
Molti cattolici sono contenti della sentenza del Consiglio di Stato che si è pronunziata sulla permanenza del
crocifisso nelle aule scolastiche, perché “è espressione dei valori dello stato laico”.
Non si accorgono questi cattolici, gabbati e contenti, che ridurre il crocifisso ad un fatto di cultura significa
ridurlo ad innocuo sopramobile, toglierli quella carica di novità, che lui, come figlio di Dio è venuto a portare.
Di tutto questo è prova l’atteggiamento dell’ex ministro Calderoli che esulta perché il crocifisso è rimasto nelle
aule scolastiche come segno di difesa della cultura cristiana, ed in nome di questa stessa cultura dice di prendere a
calci gli immigrati.
Ha certamente le idee molto confuse sul cristianesimo questo signore!
Siamo paralizzati dal vecchio!
Guardate la campagna elettorale: le stesse bugie, le stesse ingiurie, le stesse cose, tutto già vecchio, tutto
visto, tutto scontato…
Basta guardare poi stessi… sembra che giriamo in tondo, non riusciamo a fare nulla di diverso di ciò che
abbiamo sempre fatto…
Eppure quanto abbiamo da rinnovare! A partire da noi stessi, dalla nostra casa, dalla nostra famiglia, dai nostri
affetti, dai nostri amici, dai nostri nemici… per dare nuova vita, alla realtà che ci circonda, alle persone che ci stanno
accanto, alla comunità, al mondo nel quale viviamo…
Senza lasciarci bloccare dai nostri peccati.
Perché noi siamo vecchi e nuovi nello stesso tempo.
Il vecchio è ciò che di nostro c’è ancora in noi.
Il nuovo è Cristo che c’è dentro di noi.
Il vecchio deve diminuire, il nuovo deve crescere.
Forse questo, è il significato del lettuccio della barella.
“Piglia il tuo giaciglio e vattene a casa”.
I tuoi limiti, i tuoi difetti, li porterai sempre con te.
Perché quello che facciamo è sempre meno di quello che possiamo fare.
Cristo ci ha salvati, ci ha resi nuovi, ci dice di andare avanti senza ripiegamenti sulle nostre colpe, perché se il
nostro cuore non ci perdona, Dio è sempre più grande del nostro cuore.
Con questi sentimenti nel cuore, prestiamo a questo bimbo la nostra fede per comunicargli la nostra gioia di
dire “sì” a Dio, affidandogli, come Cristo, la nostra vita.
Omelie