Non vidi in essa alcun tempio

13 Maggio 2007 Nessun Commento     

OMELIA

La seconda lettura di oggi, sulla quale brevemente ci fermeremo, continua quello di

domenica scorsa. Ricorderete: Un nuovo cielo e una nuova terra, un mondo nuovo da cui

spariva il mare, simbolo per gli antichi del male, del peccato, della ingiustizia, dell’abisso,

della lontananza da Dio… ed ecco dal cielo, dono di Dio, scendere la nuova

Gerusalemme, la nuova città, la città santa, la città della gioia. Della giustizia e della

pace…

Una città, una convivenza, un mondo nuovo, degno di Dio, una città senza templi,

perché Dio è il suo tempio, un Dio occupato a tergere le lagrime di tutti quelli che hanno

pianto…

Penso che ci venga spontaneo contrapporre alla città di Dio, alla Gerusalemme celeste,

la città della pace, la città dell’uomo, la nostra città, il nostro mondo.. Alla Gerusalemme

celeste la Gerusalemme terrena, città della guerra, dove ancora in questi giorni si continua

morire per le strade; una città piena di templi, di moschee, di chiese, di sinagoghe, ma

forse vuota della presenza di Dio.

Chiediamo tante cose a Dio. Ma forse dovremmo chiedergli un miracolo strepitoso. Che

improvvisamente, nel giro di una sola notte, a Gerusalemme scompaiano tutti i templi,

tutte le sinagoghe, tutte le moschee, tutte le chiese, e che ebrei, musulmani, e cristiani di

tutte le confessioni, cattolici, protestanti, ortodossi, copti, armeni…, un bel mattino,

svegliandosi, al posto delle chiese trovassero delle bellissime piazze, in cui al centro ci

fosse scritta la parola: “Pace!”

Le religioni fanno a gara nel costruire chiese, luoghi sacri, che racchiudono Dio, lo

confinano in uno spazio separato, impedendogli di lievitare dall’interno la nostra

convivenza e la nostra vita.

Perché Egli vuole abitare dentro di noi: “Se uno mi ama, il Padre mio lo amerà e noi

verremo a lui, e prenderemo dimora presso di lui.

E’ certamente in questo trasferimento di Dio dal luogo sacro alla nostra vita, alla nostra

interiorità la gioia della pace.

Una pace che non è come quella del mondo.

La pace del mondo lascia in pace. Non mi disturbate, ho già i miei problemi, ho sempre

tanto da fare.

La pace che Cristo ci regala è tensione, è apertura, è interessamento, è generosità

nella costruzione del regno.

Per questo può essere… guerra.

Guerra contro la nostra pigrizia, il nostro quieto vivere, la nostra indifferenza,

l’incapacità di uscire da se stessi per andare incontro alla città di Dio, incontro alle mille

occasioni che nel pubblico e nel privato la vita ci offre per costruirla.

Perché la città di Dio, il progetto di Dio si costruisce in tutte quelle occasioni in cui ciò

che egli desidera per l’uomo, viene realizzato dai suoi figli.

Preghiamo insieme per aprire gli occhi ed il cuore davanti a tutte quelle occasioni che

la vita ci offre per costruire il Regno di Dio.

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