Non potete servire Dio e il denaro

23 Settembre 2007 Nessun Commento     

Venire a messa. celebrare insieme l’Eucaristia vuol dire ringraziare Dio, gioire insieme perché Lui è presente nella nostra vita.

E Dio non c’è nella nostra vita quando in essa manca la gratuità, la condivisione, la solidarietà, l’accoglienza…

Esprimiamo questo desiderio di apertura perdonando generosamente i nostri fratelli e accogliendo con gioia il perdono di Dio…

LETTURE

Lo abbiamo già visto domenica scorsa: Cristo, preoccupato perché molta gente lo seguiva, detta, a chi gli va dietro, delle condizioni inequivocabili e precise.

In questo contesto si pone oggi il discorso sul “denaro”.

Già il profeta Amos si scagli violentemente contro coloro che calpestano i poveri, che accumulano ricchezze sulla pelle degli altri.

Nel nostro mondo, aggiunge Paolo, c’è un’ingiustizia di fondo che coinvolge tutti e forse non ci permette di alzare al cielo mani pure…

Davanti a tutto questo Cristo ci chiede con chiarezza di sceglierci un padrone: di schierarci dalla parte di Dio o dalla parte dei soldi.

Ascoltiamo!

OMELIA

Cristo non è tenero con i ricchi, non è conciliante con i soldi.

Un atteggiamento reso con grande efficacia da Dario Fo, in “Mistero buffo”, quando Gesù passava per le strade della Palestina… panico generale, i ricchi andavano a tapparsi in casa, chiudevano le persiane, aspettavano che se ne andasse per venire allo scoperto, per non sentirsi dire: “Ehi tu! Ricco! Guai a te!

Cristo è venuto per costruire il Regno di Dio, la solidarietà fra gli uomini, la comunione.

Lui sa bene che i soldi, molto spesso, producono esattamente gli effetti opposti: dividono piuttosto che unire, sono causa di oppressione, di sfruttamento, di morte…

Pensiamo agli ultimi avvenimenti di questi giorni…

Insieme al raccapriccio per tutto ciò che è avvenuto, allo sbandamento, all’orrore, alla giusta recriminazione contro chi ha organizzato tutto questo macello, fa capolino in qualche trasmissione televisiva, su qualche articolo di giornale anche un aspetto meno visibile del dramma: questo terrorismo come reazione spropositata, certamente, ma reazione nei riguardi di una organizzazione mondiale della economia che non tiene conto della miseria, della povertà, delle malattie, della morte.

Qualcuno dice che se è giusto punire i terroristi, sarebbe ancora più giusto eliminare a monte le cause che sconvolgono la mente di questi pazzi.

Diecimila morti in America sono un’enormità, anche perché abbiamo tutti visto in diretta la strage.

Ma che per l’embargo americano siano morti in questi ultimi anni in India, 520.000 bambini, non fa notizia, non turba nessuno, fa dormire sonni tranquilli.

Fratelli miei, non voglio suggerirvi nessuna soluzione, voglio solo proporvi riflessioni diverse perché ognuno di noi possa, con lucidità e responsabilità tirare le sue conclusioni.

Ma pensiamo anche alle cose di casa nostra, alle cose più vicine a noi.

“Voi che calpestate il povero….

Non sembra che Amos si rivolga a quegli amministratori, a qui politici che si arricchiscono sulle spalle della gente?

“Voi che usate bilance false…

Non parla ai commercianti disonesti?

“Voi che comprate l’indigente per un paio di sandali?”

Non è il lavoro nero?

Venderemo lo scarto del grano”

Non è la sofisticazione alimentare?

Con i soldi si corrompe chiunque:

il povero e il ricco

il prete e il carabiniere

il professore e il deputato

la guardia di finanza e il vigile urbano…

La conoscete quella storiella, certamente inventata del battesimo del cane?

Una signora, molto elegante , con in braccio il suo cagnolino va dal parroco per farlo battezzare.

“Impossibile, cara signora, risponde il prete. Si battezzano solo gli uomini, non gli animali”.

Insiste la signora: ”Ma io pago! 10 milioni! Impossibile signora! 50 milioni! Niente da fare! Cento! Manco a parlarne! 200!…”Signora, venga, stasera, in privato.. vediamo cosa si può fare”.

Lo viene a sapere il vescovo, che, profondamente turbato, chiama il parroco incriminato. “Ma cosa ha fatto? Battezzare un cane? E’ assurdo! Quanto ti hanno dato? 10 milioni? Di più! 50? Di più! Cento? Di più! Duecento? “Sì”, risponde il parroco. “Stai attento”, ribatte il vescovo, “vedi che la cresima la posso amministrare solo io”!

Cristo non è tenero con i soldi.

“Ogni ricchezza puzza di ingiustizia”.

Lo diceva un secolo fa Carlo Marx, ma molto prima di lui lo ha detto Cristo.

Ma noi non ce ne accorgiamo, perché ci viviamo dentro alla puzza. E’ come quando si sta a lungo in un ambiente chiuso, viene il mal di testa, ma chi sta dentro non sente il cattivo odore.

Per chi viene dall’esterno è diverso.

Viene investito da una zaffata…

Cristo vene da fuori e ci invita a respirare un po’ di aria pulita.

“Non potete servire Dio e il denaro.

Chi non rinunzia a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo.

Chi mette i soldi a posto di Dio non può esser mio discepolo.

Al di là e prima del suggerimento di usare il cervello per fare buon uso dei soldi, per sforzarsi di creare solidarietà attraverso i beni della terra, per usare come cristiani nel curare gli affari di Dio la stessa abilità che i ladri usano nei loro affari, al di là e prima di tutto ciò nella parte di Cristo c’è un messaggio di fondo: “La ricchezza è ingiusta”.

Perché?, Cosa vuol dire? A che serve convincersene? Che fare?

La ricchezza è ingiusta non solo perché a volte l’accumulo nasce dalla ingiustizia.

L’iniquità proviene dalla ingiustizia globale del sistema in cui siamo immersi, al di là della onestà personale e delle nostre buone intenzioni…

Solo un accenno:

E’ giusto che la terra oggi produca, in cereali, tanto da sfamare con abbondanza tutti gli uomini e che contemporaneamente 50 milioni di uomini-donne-bambini all’anno muoiano di fame?

E’ giusto spendere in Italia 10.000 miliardi per progettare un aereo da guerra?

La ricchezza è iniqua.

Ma perché accorgersene?

Ma perché saperlo?

Che ci possiamo fare?

Solo perché ci faccia veleno il pranzo che faremo tra mezz’ora, per stare a disagio?

Sì, perché questo disagio può produrre un cambiamento di mentalità.

Nella nostra vita privata, nelle nostre scelte e nelle conseguenze che le nostre scelte hanno nella società.

In tempo di “globalizzazione” non possiamo non renderci conto della situazione del mondo intero e del nostro posto in questa “globalizzazione”.

Dalle statistiche dell’ONU.

Se noi potessimo ridurre la popolazione del mondo intero in villaggio di 100 persone mantenendo le proporzioni di tutti i popoli esistenti al mondo, il villaggio sarebbe composto in questo modo:

Ci sarebbero

57 asiatici

21 europei

14 americani (Nord, Centro e sud America)

8 africani

52 sarebbero donne

48 uomini;

70 sarebbero non bianchi

30 sarebbero bianchi;

70 sarebbero cristiani

30 sarebbero non cristiani;

89 sarebbero eterosessuali

11 sarebbero omosessuali;

6 persone possederebbero il 59% della ricchezza del mondo intero e tutti e 6 sarebbero statunitensi;

80 vivrebbero in casa senza abitabilità;

70 sarebbero analfabeti

50 soffrirebbero di malnutrizione,

1 starebbe per morire

1 starebbe per nascere

1 possederebbe un computer

1 (sì, solo 1 avrebbe una laurea).

Prendete in considerazione anche questo.

Se non avete mai provato il pericolo di una battaglia, la solitudine dell’imprigionamento, l

L’agonia della tortura, i morsi della fame, siete più avanti di 500 milioni di abitanti di questo mondo.

Se potete andare in chiesa senza la paura di esser minacciati,

arrestati, torturati o uccisi,

siete più fortunati di 3 miliardi di persone di questo mondo.

Se avete cibo nel frigorifero, vestiti addosso, un tetto sopra la testa e

Un posto per dormire, siete più ricchi del 75% degli abitanti del mondo.

Se avete soldi in banca, nel vostro portafoglio e degli spiccioli da

qualche parte in una ciotola, siete fra l’8% delle persone più benestanti del mondo.

Ad ognuno di Noi Cristo chiede:

Che cosa è il denaro per te?

E’ il tuo padrone?

O, per usare la termologia del vangelo, è un mezzo per crearti degli amici, per creare comunione, solidarietà?

Non dobbiamo infondo fare cose diverse dobbiamo fare le stesse cose con un altro spirito.

Ho incontrato ieri due miei allievi, studenti di medicina: il primo, per fare soldi, il secondo per rendermi utile…

Riconosciamo i nostri peccati, preghiamo perché Dio ci faccia capire quanto sia necessaria una autentica testimonianza per costruire oggi, insieme ad ogni uomo di buona volontà, una società più giusta e più umana.

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