E cesserà l’orgia dei buontemponi

30 Settembre 2007 Nessun Commento     

Accogliamo con gioia questi bambini.

Oggi, ultima domenica del mese: è giorno di battesimi.

Giorno di gioia e di responsabilità!

Li accogliamo con gioia ma non con incoscienza.

Noi sappiamo quanto oggi il cristianesimo possa ridursi a riti che esprimono solo delle convenienze sociali, il rispetto di tradizioni, senza una profonda convinzione e, soprattutto senza una profonda conversione.

Se il papa si preoccupa che i cristiani sono pochi altri invece si preoccupano perché siamo molti e soprattutto, scarsi.

Io spero che questi bambini, crescendo non accrescano la schiera dei cristiani anagrafici, ma quella dei cristiani veri.

Perché questo avvenga il battesimo di…….deve essere sostenuto dalla nostra fede e dalla nostra vita: quella dei genitori, dei padrini, di tutta la comunità cristiana, perché altrimenti sarebbe inutile, anzi controproducente agli occhi di Dio quello che stiamo facendo.

Della inadeguatezza cristiana della nostra vita, quindi, chiediamo perdono a Dio pregandolo di aiutarci a dare al mondo una autentica testimonianza…

LETTURE

Il brano di Amos che leggeremo fra poco è’ un brano …tosto! Tosto perché tutti i profeti sono tosti.

Ascoltiamolo con attenzione. Sono parole dure le sue, rivolte alle classi dirigenti, ai politici, a chi governa, che si disinteressa dei bisogni della gente, approfittando della propria posizione per fare la bella vita: il lusso, l’arroganza del potere, i privilegi di una casta da una parte, il disastro del paese, della gente, dei poveri dall’altra. Scritte più di duemila anni fa, sembrano cose di oggi.

Ma finirà l’orgia dei buontemponi!

Mentre ascoltiamo uniamoci alla sua denunzia ed alla sua speranza!

Il vangelo denunzia lo stesso stato di cose: solo che Amos si riferisce alla vita pubblica, Gesù Cristo ai nostri atteggiamenti personali.

Da un lato un ricco “epulone” che non è il suo cognome ma un aggettivo verbale, uno che “epula”, che se la spassa, dall’altro un povero disgraziato che si chiama Lazzaro… I due estremi della scala sociale.

Anche questo brano vuol farci riflettere sulla nostra vita.

Noi siamo degli epuloni e dei lazzari?

Ascoltiamo!

OMELIA

Chi è l’epulone?

Chi è Lazzaro?

La Parola di Dio, oggi, sia quella di Amos che quella di Cristo ci costringono a riconoscerci, a identificarci con i personaggi di cui parla la parabola.

Gli epuloni, i “buontemponi” sono certamente oggi quelli che sono in cima alla scala sociale. Magari non si vestiranno di porpora, non canterelleranno al suono dell’arpa, ma certo banchettano tutti i giorni lautamente, perché il nostro sistema sociale permette che abbiano redditi che i lazzari non possono nemmeno sognare.

Sono quelli che fanno feste da sogno e spendono 5000 euro per una bottiglia di spumante, mentre Lazzaro è il pensionato che divorato dai morsi della fame ruba il pane al supermercato.

Epulone è la signora che dovendosi trasferire in Sardegna e non potendo portarsi il gattino perché soffre il mal di mare lo fa accompagnare in elicottero con anestesista e veterinario al seguito, Lazzaro è quel povero disgraziato che deve scegliere fra mangiare o andare a lavorare perché gli mancano i soldi del treno.

Epulone è il parlamentare che percepisce 9000 euro al mese di pensione con solo cinque anni di contributi e a qualsiasi età, non cumulabili, Lazzaro è la sig. Sciuto, (la conosco molto bene) che vive, si fa per dire con 226 euro al mese e che se non fosse aiutata da qualcuno di voi, ogni mese, andrebbe a vivere sotto gli archi della marina.

Se questi, (non allungo l’elenco, fatelo voi) sono gli epuloni e questi i lazzari, noi probabilmente non ci troviamo né nella prima categoria né nella seconda.

Ma ci sono altre prospettive.

Epulone è complessivamente il mondo occidentale che consuma il 75% delle risorse, Lazzaro è il terzo mondo che è tre volte più grande e consuma trenta volte di meno.

Da questo punto di vista epuloni siamo tutti noi che apparteniamo al primo mondo e viviamo incoscienti nello spreco: lo spreco del pane, lo spreco dell’acqua, lo spreco dell’energia, lo spreco delle risorse, mentre c’è gente che con quello che noi sprechiamo salverebbe la sua vita.

4 miliardi di euro è il valore dei beni alimentari che finiscono nei rifiuti di ogni anno in Italia: Il 15% di pane e pasta sono gettati via ogni giorno; Il 18% della carne e il 12% di verdura ed ortaggi: un milione e mezzo di tonnellate il totale degli alimenti eliminati

Andiamo altrove: Negli Usa il 40 del cibo viene sprecato.

In Inghilterra il 30-40% dei prodotti alimentari finisce nella spazzatura; 20 miliardi di sterline il valore del cibo buttato via, il che corrisponde a 5 volte il valore degli aiuti inglesi ai paesi poveri; 150 milioni sono le persone del Terzo Mondo che potrebbero essere sfamate dal cibo gettato via; mentre 852 milioni di persone nel Mondo sono sottoalimentate; 24 mila le persone che muoiono ogni giorno per fame, di cui 5 milioni bambini uno ogni otto minuti;

Davanti a questo quadro questi sono i Lazzari e noi siamo gli epuloni.

Indiscutibilmente ognuno di noi è un Lazzaro se guarda più in alto, ed è un epulone se guarda più in basso.

Se in confronto dei 793 multimiliardari del mondo, (sono 793 in confronto dei 6 miliardi e 600 milioni di esseri umani), noi siamo dei lazzari, chi, come me, ha 1200 euro di pensione al mese davanti al lavavetri è un epulone.

Il nostro essere uomini e cristiani ci impegnano ad interessarmi di lui, a porci il problema, a non voltarci dall’altra parte.

A questo ci chiama la pagina del vangelo di oggi.

E non paura: per paura dell’inferno, ma per amore.

Questa pagina di vangelo Cristo l’ha dettata per l’aldiquà.

Dobbiamo dire purtroppo che questo vangelo, anche dalla chiesa, dai preti, è stato usato per attenuare la rabbia, l’indignazione, il dolore dei poveri…

Una pagina che dovrebbe rivoluzionare il nostro modo di vedere, il nostro modo di pensare, il nostro modo di agire, è diventata un pagina consolatoria.

Soffri pure in questa vita, ma, non ti preoccupare, nell’altra poi, vedrai, le cose cambieranno!

Credo che diverse siano state le intenzioni di Cristo.

Intenzioni che dobbiamo saper coniugare con la diversa conoscenza che noi oggi, diversamente che duemila anni fa, abbiamo della realtà, dei fenomeni economici, della povertà.

Il bisogno, la miseria, l’indigenza, non sono fenomeni naturali come il sole o la pioggia, o addirittura voluti da Dio.

Oggi non la fede, ma la scienza ci dice che la divisione fra ricchi e poveri non dipende da Dio, dalla natura, dalla necessità delle cose, ma dalla volontà umana, dalla maniera con la quale gli stati occidentali e… purtroppo, cristiani, hanno organizzato, l’economia.

Il capitalismo non è l’unico sistema possibile, ha detto ultimamente il papa.

Il problema è che un altro sistema non l’abbiamo trovato.

Il comunismo, almeno quello reale, quello storico, ha tentato di rendere tutti uguali con la paura e ha prodotto grossi guai.

Il cristianesimo non è certamente un sistema o una teoria economica: vorrebbe raggiungere gli stesi risultati con l’amore.

E allora vuol dire che non amiamo abbastanza.

Comincia a farsi strada, (e speriamo che non si faccia strada attraverso la paura della morte, della la guerra, del terrorismo), comincia a farsi strada, pur fra tanti egoismi e tante difficoltà l’idea che è necessario colmare al più presto questo abisso, questa differenza.

Bisogna creare una economia di vasi comunicanti.

E nei vasi comunicanti se l’acqua sale da una parte deve scendere un po’ dall’altra.

Siamo ancora molto lontani da una economia che guardi gli interessi di tutti gli uomini.

Voi lo sapete che con i soldi spesi in una sola mezza giornata per spese militari in tutto il mondo, dalle nazioni ricche, si potrebbe eliminare in tutto il modo la malaria?

Lo sapete che con il costo di un aereo da combattimento si potrebbero installare 40.000 farmacie?

Lo sapete che con il costo di un sommergibile atomico si porrebbe finanziare l’istruzione e il mantenimento di 160.000 bambini?

Non sapere nulla, non informarsi mai, non accorgersi di queste cose, non far salire l’indignazione del nostro cuore verso Dio, vuol dire, magari inconsciamente, magari in buona fede, stare dalle parte dei buontemponi.

Nella diocesi di Catania c’è stata venerdì la giornata del volontariato: al museo diocesano un convegno ha affrontato il problema dei “lazzari” della nostra città.

Perché è possibile e se già lo facciamo ringraziamo Dio, far diminuire i lazzari di questo mondo.

Ci sono comportamenti privati e pubblici, personali e politici che orientano un cristiano di buona volontà in questa direzione, non ve li elenco, so che li conosciamo.

Preghiamo perché da questa parola di Dio venga un vera trasformazione nel modo di vivere la nostra vita…

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