Egli vi battezzerà nello Spirito

7 Gennaio 2008 Nessun Commento     

Ad una settimana di distanza, ci ritroviamo insieme in questa domenica, logica continuazione della festa delll’Epifania, che, dicevamo, per noi cristiani non conclude le feste, ma apre, o dovrebbe aprire il tempo dell’impegno, della testimonianza continua e crescente nella nostra vita.

Anche oggi, prima di cominciare questa celebrazione, riconciliamoci, apriamo il nostro cuore all’amore di Dio, un amore che , se presente in noi, traboccherà non solo sui nostri fratelli, sui nostri a mici, ma anche sui nostri nemici….

LETTURE

Cristo è il dono di Dio.Lo dicevamo il giorno della Epifania.

Conoscerlo, accoglierlo, credere in Lui, è la nostra salvezza.

Le parole di Isaia, quelle di Pietro negli Atti, e di Giovanni Battista nel vangelo, ci aiuteranno a conoscerlo meglio e ad accoglierlo nella nostra vita.

OMELIA

Quando veniamo qui, quando ci ritroviamo insieme a celebrare l’Eucaristia, ci portiamo dietro le nostre gioie e le nostre speranze, le nostre ansie e le nostre preoccupazioni…ed insieme alle nostre, spero, le gioie, le preoccupazioni e le speranze del mondo che ci circonda, dei problemi piccoli e grandi della realtà nella quale viviamo, problemi che, se non abbiamo ucciso la nostra sensibilità, percepiamo, a volte, con angoscia e con un grande senso di impotenza…

Questa dimensione della vita, se vale sempre, emerge ancora di più oggi, in questa domenica, che è la porta che stiamo attraversando per riprendere vil ritmo del lavoro e della quotidianità.

Ma se per noi il Natale non è stato solo un rito, ma la celebrazione di una presenza, la presenza di Dio che salva, del Dio con noi, del Dio che ci prende per mano, che si accompagna alla nostra vita…

Se nella festa dell’Epifania, abbiamo gioito nell’accogliere Cristo, dono di Dio…

Allora questa messa per noi non è certamente una parentesi, una beata parentesi di serenità, ma una splendida occasione per ricevere da Dio motivi e forza per riimmergerci, per rituffarci con coraggio nella nostra vita.

Ecco il significato vero della parola “battezzare”.

Battezzare vuol dire immergere.

Battezzarsi vuol dire “immergersi”.

E quando ci si immerge in qualcosa, si è da tutte le parti circondati da quella cosa, si vive all’interno di quell’elemento, ci si compenetra, ci si imbeve, ci si inzuppa come fa la spugna con l’acqua, nell’elemento nel quale siamo immersi.

Noi siamo immersi nella nostra vita “naturale”nella nostra acqua: i nostri sentimenti, le nostre preoccupazioni, i nostri piccoli odi, le nostre vendette, le nostre piccole calunnie, le nostre piccinerie mentali…

Dio vuole cambiare il clima, il mezzo, ciò in cui noi siamo immersi.

Dio vuole battezzarci, immergerci, farci circondare, permeare “dallo Spirito”.

L’acqua non basta più, dice Giovanni, ad esprimere, a farvi capire ciò che Dio vuol fare di voi.

L’acqua per gli antichi era il simbolo del male, del peccato.

Uscire dall’acqua per essere avvolti nello spirito vuol dire essere immersi in un altro ambiente vitale, nel quale si respira uno “Spirito”, un’aria nuova, un’aria non inquinata, viziata dai nostri limiti, dai nostri egoismi, dai nostri peccati, ma ozonizzata, purificata, arricchita dalla presenza e dall’amore di Dio, la stessa aria, lo stesso Spirio di Dio.

Tutto questo, in prima istanza è avvenuto per Gesù.

Nulla ci vieta di pensare che Egli, nella sua coscienza umana, “crescendo, come dice il vangelo, in sapienza, età e grazia”, abbia progressivamente compreso ciò a cui il Padre lo chiamava, il compito che il Padre gli affidava, quella vita in cui le sue scelte lo avrebbero tuffato, immerso “battezzato”.

Ecco perché il vero battesimo di Gesù non è quel rito di penitenza che avviene sulle rive del Giordano, ma ciò che avviene in tutta la sua vita: dai suoi gesti, dal rifiuto, alla condanna, dal calvario, alla tomba, fino alla risurrezione.

Egli stesso non usa questa parola “battesimo” in senso tecnico, rituale, ecclesiastico, derivato, ma con un significato più ampio e originario: “Potete ricevere – dice ai discepoli parlando della sua morte – il battesimo che io riceverò?”

L’episodio di cui ci parla Matteo oggi non è che l’inizio di un cammino che egli, passo dopo passo, compirà; non senza difficoltà, non senza tentennamenti, non senza tentazioni, non senza sofferenze, non senza una morte che sfocerà nella Risurrezione.

A partire da tutto questo possiamo capire il senso del nostro battesimo, del battesimo cristiano.

E’ quel dono, quella capacità che Dio ci da per mezzo di Cristo di immergerci nella vita, per farla risorgere, animati dal suo Spirito.

Questo del battesimo è un argomento da approfondire, da capire, da vivere.

Sarebbe necessario riscoprire il significato di questo gesto che spesso diventa solo anagrafico per i bambini, sulla cui pelle, spesso ignara noi lo compiamo.

Io mi auguro che pur attraverso la lentezza dei tempi che le sono propri, la chiesa cattolica, mettendo da parte le paure del peccato originale, le angosce del limbo, le superstizioni e le superficialità che circondano il battesimo dei bambini, torni al battesimo degli adulti come autentica scelta di vita cristiana e delle proprie responsabilità.

Ma noi possiamo affrettare che l’essenziale avvenga attraverso la presa di coscienza della nostra identità cristiana, attraverso la consapevolezza che il battesimo, almeno per noi non sia stato solo un gesto compiuto su di noi, senza di noi, una volta per sempre, ma una realtà che dobbiamo riscoprire rivivere continuamente nella nostra vita.

Ogni volta che ascoltiamo la Parola di Dio, e ce ne facciamo avvolgere e compenetrare noi siamo battezzati, immersi in ciò che Dio vuole, in ciò che Dio ama, in ciò che Dio desidera progettare e realizzare insieme a noi.

Ogni volta che celebriamo l’Eucaristia, noi siamo battezzati, immersi nell’amore del Padre e dei fratelli, nella gioia della condivisione del dono di Dio.

Ogni volta che confessiamo i nostri peccati siamo battezzati, perché riconosciamo l’amore del Padre che è capace di amarci nonostante i nostri limiti.

Anche la Cresima e il matrimonio sono rinnovazione del Battesimo, perché fanno prendere coscienza al singolo o alla coppia del dono dello Spirito nella nostra vita.

Ma soprattutto ogni volta che ci immergiamo nella vita, che viviamo la vita per realizzare il Regno di Dio, siamo battezzati.

Ogni volta che non spezzerò una canna incrinata, ogni volta che non spegnerò una fiamma debole, ogni volta che mi sforzerò di portare giustizia sulla terra, ogni volta che aprirò gli occhi ai ciechi, che metterò in libertà i prigionieri, che sarò luce dove dominano le tenebre, io realizzo il battesimo.

Ecco l’uomo, la donna, il popolo accetto a Dio, come Cristo, in cui il Padre si compiace.

Un figlio, una figlia di cui Dio si compiace, è contento, perché sa che il suo amore per gli uomini non sarà vanificato, non sarà solo una parola di consolazione, ma diventerà qualcosa di concreto, diventerà carne, qualcosa di reale, di fisico, di umano, di vicino.

Così, ognuno di noi, è come Cristo, il rivelatore, l’epifania della presenza dell’amore di Dio nel mondo.

Questo è il senso della celebrazione di domenica scorsa che continua oggi, che continua sempre.

Questo è il senso del Battesimo e della Cresima, che non sono riti usurati dalla religiosità anagrafica, ma gesti ricchissimi di contenuto con i quali, davanti ad una comunità cristiana e davanti al mondo, un uomo, una donna si impegnano a manifestare il volto di Dio.

Un impegno che si realizza in tutti gli ambiti della nostra vita, attraverso quella inventiva, quella creatività personale che solo l’amore sa suggerire, un impegno che trova nella comunità cristiana stimoli continui per trovare occasioni, spunti, circostanze, agganci, motivi, per rendere anche insieme, visibile, l’amore di Dio.

Battezzati per battezzare.

Tutti possono farlo!

Perché?

La chiesa “visibile”.

Quando diciamo questa frase, pensiamo alla istituzione chiesa. Al Vaticano, al Papa, alla gerarchia…

Mentre invece, a maggior ragione, la “visibilità” della chiesa non risiede negli apparati e nelle gerarchie, ma in tutte quelle comunità cristiane che diventano un punto di riferimento preciso e costante nella costruzione della giustizia, della pace, della solidarietà, della crescita umana delle persone che ogno di noi è chiamato a battezzare, ad immergere veramente nell’amore di Dio.

Preghiamo per questo.

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