Se amiamo, Cristo è veramente risorto

23 Marzo 2008 Nessun Commento     

Un cordiale e affettuoso benvenuto a tutti quelli che sono qui oggi per celebrare e gioire insieme della Pasqua del Signore.

Un saluto che non va semplicemente da me verso di voi, ma da ognuno di noi verso chi ritrova accanto in questo momento, attraversando tutte le file dei banchi per raggiungere tutti, per raggiungere ogni angolo della terra in cui c’é bisogno di un annunzio di amore e di gioia.

Iniziamo insieme cantando la gloria di Dio.

L’abbiamo taciuto durante tutta la quaresima questo canto perché potesse esplodere meglio oggi. In esso sono riassunti i motivi della nostra presenza qui, oggi, la lode a Dio, il perdono dei peccati, la gioia, la speranza.

LETTURE

L’annunzio della risurrezione di Cristo è il motivo di fondo dei brani biblici che fra poco ascolteremo.

Un annunzio che può salvare la nostra vita, un annunzio di cui ognuno di noi si impegna a diventare il portatore e il testimone.

OMELIA

Cristo è risorto!

E’ questo l’annunzio della Pasqua, il nucleo del cristianesimo, l’essenza della fede, la speranza della possibilità dell’impossibile.

Tu ci credi?

Cristo ce lo ha chiesto due settimane fa, quando abbiamo avuto tempo per rifletterci su, con un po’ di calma, nel vangelo della risurrezione di Lazzaro: “Io sono la risurrezione e la vita. Credi tu questo?

Gad Lerner, mercoledì scorso su La 7, alle 21,10, ha posto questa

domanda agli ospiti della sua trasmissione.

Aldo Grasso sul Corriere della sera di venerdì, si chiedeva se questa “domandina” che domandina non è ma un quesito molto impegnativo, può essere posto in un talk show televisivo senza soccombere alle interruzioni, ai battibecchi, alle battute che eludono il problema….

Radio 3 in questi giorni, in maniera più seria ed impegnativa, ha discusso se l’annuncio della risurrezione deve essere fatto solo a chi è cristiano o a tutti gli uomini…

Deve essere fatto a chi è cristiano perché si suppone che il cristiano sappia di che cosa si parli, ma deve essere fatto perché sia vissuto, deve essere fatto per verificare, almeno una volta all’anno, lo spessore della nostra fede.

A chi non crede l’annuncio non può essere detto con parole, ma con la sostanza della vita.

Perché come per noi, cristiani di oggi, la prova più seria della risurrezione è la testimonianza di un gruppo di ebrei sbandati che, ad un certo punto, chissà perché, dopo aver abbandonato per paura e vigliaccheria il loro maestro, hanno deciso di dare la propria vita per testimoniarla, così per gli uomini del nostro tempo, può essere proposta solo la testimonianza della vita, una vita risorta a causa della fede nella risurrezione.

Ecco perché ora non è il momento di parlare, di discutere, ma di vivere, di gioire, di festeggiare.

Non è il momento di dimostrare, ma di mostrare la risurrezione di Cristo, la gioia della sua presenza viva, nella nostra vita. Perché ciò che si vive non si dimostra; è evidente, traspare, si fa vedere da sé.

Ed allora:

Se c’è qualcuno, fra noi, nella cui vita esplode la speranza, una speranza permanente, profonda, la speranza che la storia, la mia, quella di tutti, nonostante tutte le contraddizioni, i dolori, è salvata, è nella mani di Dio, perché Dio è fedele alle sue promesse e non si tira indietro, allora Cristo è veramente risorto.

Se qualcuno di noi riesce, nonostante tutto, ad essere un segno vivo di Dio per gli uomini, impegnato a diffondere la gioia e il fascino della vita, allora Cristo è veramente risorto.

Perché vale la pena, qualunque sacrificio, senza misura e senza mezzo, per vedere di nuovo illuminarsi uno sguardo che si era spento, per veder sorridere chi sembrava aver disappreso a sorridere, per veder rinascere la fiducia in chi ormai non credeva a nulla e a nessuno.

Se, come accadeva agli antichi cristiani, noi, in questo giorno, celebriamo la gioia della vita, della nostra vita affidata all’amore di Dio e dileggiamo la morte, deridiamo l’inferno, mettiamo in ridicolo i signori di questo mondo, allora Cristo è veramente risorto.

Se crediamo che alla morte è stato tolto il potere di dire l’ultima parola, perché ogni morte può stravolgere la vita, ma non può distruggerla, allora Cristo è veramente risorto.

Se esiste una comunità cristiana che tiene gli occhi aperti e vigilanti sugli orizzonti della storia, per scoprire i cammini della speranza ed aprire ad essa i fratelli, allora Cristo è veramente risorto.

Se dove gli altri cadono per restare a terra, tu ti rialzi e dai loro una mano, se dove altri possono rimanere vittime della assuefazione tu rimani in carne viva e nello stupore continuo, se dove l’impossibile giustifica la resa tu sei un traditore se ti arrendi, se dove sembra necessario odiare tu continui ad amare, allora Cristo è veramente risorto.

Auguriamoci tutto questo. Insieme a tutti i contenuti umani che diamo alla parola auguri, sottolineiamo questo specifico della nostra fede, perché attecchisca e cresca nella nostra vita.

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