Il Signore è con te!

21 Dicembre 2008 Nessun Commento     

Il Signore sia con voi…

Questo saluto cristiano, dato dall’Angelo a Maria, che siamo soliti scambiarci all’inizio di ogni nostra assemblea, riassume con molta efficacia il significato della celebrazione di oggi, quarta ed ultima domenica di avvento, ad un passo di distanza dal Natale.

Il Signore è con noi; nelle nostre vicende personali se la sua presenza da un senso alla nostra vita.

Il Signore è con noi se lo accettiamo come compagno della nostra avventura umana.

Il Signore è con noi persino quando siamo immersi nei nostri peccati. E’ per questo che ci rivolgiamo a Lui nelle certezza di essere perdonati.

LETTURE

“Il Signore è con te!”

Queste parole dette al profeta Davide nella prima lettura, ripetute a Maria dall’Angelo nel brano del vangelo, esprimono il progetto di Dio che, secondo Paolo, nella lettera ai romani, è pienamente rivelato con la venuta di Cristo.

Dio ci salva confondendo la sua con la nostra storia, mescolando la nostra con la sua vita.

Ascoltiamo con fede e preghiamo per comprendere in pieno questa verità.

OMELIA

“Ansia, noia, stress: è davvero qui la festa?

Leggo da Repubblica di lunedì 13 dicembre, pag. 26, a firma di Maria Novella De Luca:

Si mangia, si banchetta e il giorno dopo ci si chiede perché. Si compra si spende, si corre per negozi, e poi si pensa con sottile ansia al conto in banca in prossimità del rosso. Ci si saluta, ci si bacia, strizzati da una valanga di abbracci bugiardi, auguri auguri, ciao come se si stesse per cambiare continente e poi, magari, ci si rivede il giorno dopo.

Si invitano tutti, la notte del 24, perché insomma , come si fa, e mentre il clan inforca forchette e coltelli si vorrebbe fuggire sugli alberi del giardino…

Aiuto, è arrivato Natale, regali, angoscia e sindrome compresa,

La vita è quella di sempre, ma la tv rovescia nella case tintinnii di campane e slitte di marzapane, famiglie felici che divorano pandori e torroni, e se hai appena messo in tavola dei sofficini congelati comprati al Supermercato, beh, insomma , non è la stesa cosa.

L’ombra, dicono gli esperti, comincia ad insinuarsi nel self control quando scatta il Grande vuoto, ossia il pomeriggio della vigilia, mentre le saracinesche di negozi vengono chiuse velocemente e inizia il conto alla rovescia per il cenone, a cui seguirà il pranzo di Natale e l’abbuffata di Santo Stefano. Ossia 48 ore a stretto contatto di figli, coniugi, parenti e quindi con amore, e disamori, dolcezze e rancori.

E c’è un problema anche per le coppie: gli esperti giurano che il rischio di tradimenti e crisi sentimentali cresce del 15 per cento.

Ed ecco le altre statistiche: il 40% degli italiani soffre crisi d’ansia da festività natalizie; Per il 15% è una noia mortale; per il 10% continua lo stress del lavoro; solo il 22% riesce a godersi un po’ di riposo; e solo il 10% riesce a divertirsi; per il 20% degli intervistati i parenti sono la principale causa d’ansia, il 18% teme la solitudine delle feste, il 6% viene preso dall’ansia del divertirsi, il 16% vive nel terrore di esagerare a tavola, il 15% si fa prendere dall’ansia dei regali, il 15% soffre d’ansia per i preparativi del pranzo, per il 5% il giorno di capodanno è il più inutile dell’anno…

In che cosa consiste allora la festa? mi chiedo

In che cosa consiste il Natale del Signore?

I cristiani, noi, ci riconosciamo in qualcuna di queste percentuali, viviamo questo periodo con un altro atteggiamento?

Perché non intervistano ogni tanto per sapere cosa ne pensiamo, come viviamo, che atteggiamento abbiamo nei confronti del Natale?

In che cosa consiste la festa per noi?

Si corre, si parte, si arriva…, si gioca, si mangia, si spende, si regala… Tutto questo, perché?

Non è rimasta oggi solo la buccia, l’involucro, la superficie senza la polpa, non è rimasta oggi la festa senza i motivi della festa?

La gioia senza i veri motivi della gioia?

Tanto è vero che andiamo in cerca di spiegazioni molto geniali, ma lontane dallo spirito del natale del signore.

Leggevo giovedì scorso su uno di quegli inserti che vari giornali abbinano settimanalmente al quotidiano: “In questi giorni vi sentite gratificati? E’ un regalo che arriva dall’ipotalamo.

E’ un medico che parla e che così continua in un articolo che porta il titolo: “La biologia del Natale”.

“Il Natale ci fa rivivere le ancestrali feste del fuoco e attorno al fuoco nasce la famiglia, la società umana. Lo stare insieme in famiglia, tra gli amici, fare giochi in comunità come la tombola e il ballo, mangiare seduti in piacevole compagnia alla stessa tavola mantenendo e riscoprendo le tradizioni gastronomiche, fare e scambiare doni, accendere l’albero di Natale, allestire il presepio, partecipare a cerimonie religiose, accendere il fuoco nel proprio caminetto sono solo alcuni esempi regolati e influenzati da precise strutture nervose, cerebrali.

“E, sotto l’albero anche il colore esprime energia, predominanti rosso, giallo, verde e bianco. Ecco i loro effetti psicologici…”

E continua l’articolo, non ve lo leggo tutto, per una pagina intera.

Interessantissimo, ma dobbiamo fermarci solo qui?

Non siamo qui piuttosto per scoprire il motivo della festa, anche quando non ci sono colori e tradizioni gastronomiche, non siamo qui per viverlo nella nostra vita, per rivelarlo nella nostra testimonianza cristiana?

Senza togliere nulla alla validità di queste indicazioni sulla biologia, sulla psicologia o sulla sociologia del natale, non sentiamo il bisogno di scendere più a fondo nello scoprire i motivi della gioia del natale?

Ecco: io credo che la gioia, il “benessere” cristiano del Natale la possiamo scoprire in quelle parole che insieme abbiamo sottolineato: “Il Signore è con te”.

La gioia cristiana del natale, che dura al di là del natale, che ti accompagna profondamente anche quando l’ipotalamo non funziona, che ti spinge ad essere lieto e coraggioso anche quando si spengono tutte le luci, e ritornano, grigi, i colori di ogni giorno, consiste nello scoprire, nell’essere convinti che, dalla venuta di Cristo in poi, Dio veramente abita nel mondo.

Sta proprio qui l’elemento discriminante fra il cristianesimo ed ogni altra forma di religiosità, lo ricordate?

Tutte le religioni cercano di indicare all’uomo la strada per raggiungere Dio.

Il Vangelo mostra invece quale via ha scelto Dio per essere vicino all’uomo.

Ecco perché il Natale ci rende lieti.

Il Natale ci rende lieti perché ci fa credere in un Dio che non è assente, né padrone, né giudice per noi.

Il Natale ci rende lieti perché ci fa credere a un Dio che ha a cuore la nostra sorte, in un Dio che non fa finta di vedere l’ingiustizia, in un Dio che non è complice dei forti, dei furbi, dei prepotenti. Il Natale ci rende lieti perché ci fa credere in un Dio che rovescerà i potenti dai troni e riempirà i poveri di beni.

Il Natale ci riempie di gioia perché crediamo che questo Dio non è rimasto ad aspettarci nell’altro mondo, ma, lasciando la sua inaccessibile condizione divina, ha vestito i nostri panni di uomo, ha mangiato a tavola con i peccatori, si è avvicinato a toccare i malati per guarirli, ha preso per mano una prostituta, si è scelto amici fra pastori e pescatori, si è messo la servizio della gente comune.

Il Natale ci riempie di gioia perché ci fa credere a un Dio che si è spezzato la vita, si è fatto ammazzare, perché a tutti fosse restituita la dignità con cui siamo stati creati, e quando ci ha lasciato ha detto ai suoi amici: “Continuate voi il mio lavoro, Io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Il Natale ci porta gioia perché non ci fa perdere la speranza, anche quando vediamo che il mondo continua ad andar male, che i politici giocano sulle nostra pelle, che, per un pugno di milioni o per una sedia cambiano ideali e partito, anche quando vediamo che i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi…

La gioia del Natale consiste nell’essere presi per mano da Dio e costruire con Lui un mondo come piace a Lui.

Preghiamo perché possiamo godere e testimoniare, specialmente in questi giorni, questa gioia.

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