Dio ha mandato il Figlio non per giudicare il mondo ma per salvarlo

22 Marzo 2009 Nessun Commento     

Con affetto e con gioia ci rivediamo e ci salutiamo in questa assemblea cristiana, in questa “chiesa(oggi è la domenica “laetare!”)”, nella quale non ci ritroviamo fra estranei, ma fra amici, fra fratelli, fra persone che cercano, nella loro vita, un momento di incontro con se stessi, con gli altri, con Dio.

Perché questo incontro si realizzi nel migliore dei modi chiediamo perdono dei nostri peccati.

LETTURE

Dio è fedele, dice la prima lettura. Dio è fedele nonostante le nostre infedeltà, non si tira indietro, è ostinato nell’amare il mondo, continua il Vangelo, nel salvarlo, nel salvarci.

Per questo ha mandato il suo figlio.

Chi si affida a Dio per mezzo di Cristo rinasce, rivive con Cristo, risorge con Lui, ha in sé una vita nuova, diversa, eterna e fa, realizza nella sua vita, la verità…

E’ questa, in estrema sintesi, la delineazione della identità del cristiano, la definizione di ciò che siamo diventati attraverso il battesimo e l’accoglienza cosciente della fede.

Cercheremo, nella breve conversazione che seguirà l’ascolto della Parola di Dio, di concretizzare tutto questo nella nostra vita.

OMELIA

“Se non rinasci di nuovo, dall’acqua e dallo Spirito, non puoi entrare nel regno di Dio”.

Queste parole di Cristo a Nicodemo, che abbiamo adesso ascoltato, toccano uno dei punti cruciali della nostra esperienza cristiana.

Cosa vuol dire “essere cristiani”?

E’ una domanda che ci poniamo spesso, ma che oggi ci viene posta con forza dalla Parola di Dio.

La risposta più scontata, più comune è abbastanza semplice.

Chi è religioso, anche chi è cristiano crede in alcune cose, ne fa delle altre.

Segue con un occhio le verità da credere, e con l’altro i comandamenti da praticare.

E’ una situazione un po’ strabica, ma pazienza!

Se credi in Dio e nei santi, per esempio, sei cristiano.

Se credi in Allah sei musulmano.

Se la domenica vai (o tenti di andare a messa, qualche volta) sei cristiano se al sabato vai alla sinagoga sei ebreo.

Mi piace confrontare queste risposte con il vangelo che abbiamo letto.

Nicodemo, questo ebreo, questo vecchio fariseo che, di notte, va a trovare Cristo.

Di notte, perché di giorno temeva che lo vedesse qualcuno.

Va a trovare Cristo. Perché vuole conoscerlo da vicino, vuole sapere chi è veramente, vuole incontrarsi con lui…non se ne fa un ‘idea per sentito dire.

Se non frequenti da vicino una persona non la potrai mai conoscere. Ognuno di noi, spesso, in pubblico, nelle circostanze ufficiali mostra sempre una faccia di sé. A volte gradevole, a volte superficiale.

Nicodemo vuol andare a fondo.

E’ curioso di Cristo!

Questo è la premessa per diventare cristiani: essere curiosi di Gesù Cristo. Desiderare di incontrarlo.

E Cristo non delude il vecchio Nicodemo.

Va subito al centro… al nucleo del discorso!

Se ti incontri con me tu devi nascere di nuovo!

Devi rinascere dall’acqua e dalla Spirito.

Devi diventare una donna, un uomo nuovo..

E non per merito tuo, scemo!

Vuoi rientrare tu vecchio, nel ventre di tua madre?

E’ perché, se ti incontri con me Dio trasforma il tuo essere, la tua vita, la tua struttura…

L’incontro con me tu farà diventare un altro.

Se sarai un altro se sarai diverso comincerai a comportarti, ad agire in maniera diversa. Alla mia maniera.

Sembra di risentire Paolo.

La fede è un dono di Dio, non viene da voi, né viene dalle opere…

Viene dalla presenza di Dio dentro di noi…

Ricordate domenica scorsa?

E’ importante ricordare. E’ importante collegare.

Il cristianesimo è come un viaggio. Un cammino. Non posso passare alla tappa seguente se non ricordo la precedente. E’ come costruire una casa. Non posso mettere la prima pietra e poi non pensarci più.

Ricordate?

Abbiamo concluso la nostra conversazione leggendo le dieci parole (ecco il foglio) e abbiamo capito che non sono una strettoia, una camicia di forza, ma una porta che ti apre all’amore, alla generosità, alla donazione della vita.

La peggiore immagine che noi cattolici possiamo dare del cristianesimo, a chi ci osserva dall’esterno, penso sia quella di volere imporre a tutti gli uomini delle cose difficili, in fondo tristi, un insieme di norme morali, di comportamenti, di divieti… corredati da scomuniche…e quando non bastano le leggi della coscienza, chiediamo aiuto alle leggi dello stato…

Il divorzio (faccio un esempio). Un cristiano deve rifiutarlo? Certo!

Ma un cristiano dovrebbe dire all’incredulo e al dubbioso: Guarda la mia vita, guarda la mia vita di uomo, di donna sposata. Io mi sento veramente realizzato. Tu non puoi nemmeno immaginare cosa vuol dire per me vivere questa importante ed unica intensa esperienza dell’amore umano alla luce di Dio. Tu non sospetti nemmeno che cosa significhi per me. Non te lo posso spiegare. Non ti posso nemmeno far intravedere quali prospettive si aprono per me, per mia moglie per i miei figli se viviamo questa esperienza alla luce di Cristo.

Mi dispiace tanto se tu se non la vivi così… Non te ne accorgi, ma ci perdi tanto!

Invece che cosa diciamo al mondo?

La famiglia è importante, certo; l’amore deve essere eterno, certo! Ci vuole una legge dello stato che obblighi…

Dettiamo comportamenti morali e basta, senza dare la forza per osservarli.

Paolo, ai suoi tempi diceva la stessa cosa.

Conosciuta la legge ho conosciuto il peccato.

Perché la legge magari mi dice che qualcosa è male, ma mi ci lascia dentro, non me ne tira fuori, non mi da la forza per uscirne.

Questa mentalità è così incarnata nella chiesa che lo stesso papa che parte per l’Africa, non è visto come uno che va a portare il vangelo di Cristo, ma uno che si preoccupa dei preservativi.

Ecco, ve lo immaginate Gesù Cristo, che nel colloquio con Nicodemo parla di preservativi?

E i media ci giocano sopra.

Ho letto tutti i discorsi del papa in Africa. Bellissimi! Dice esattamente quello che stiamo dicendo noi… ma chi ne parla? A chi interessa?

Noi cristiani, dal papa che ne è il vicario all’ultimo seguace di Cristo, abbiamo solo il dovere, (ma che dico il dovere!), la gioia di testimoniare al mondo l’amore di Dio, di dire a tutti gli uomini che Dio li ama, che Dio Padre ha mandato il figlio nel mondo non per giudicare il modo ma per salvarlo…

E’ questo il vangelo di oggi.

Lo stato può fare tutte le leggi che vuole, sono affari suoi. Ma non sono certamente io, cristiano a imporre attraverso la legge quello che può essere proposto solo attraverso l’amore.

Come cristiano, come prete, come papa, di questo mi devo preoccupare. Se mi preoccupassi veramente di questo il resto verrebbe da sé.

Perché se il battezzato è veramente rinato di nuovo rivive l’esperienza di Cristo.

Viene sepolto con lui nella morte, risorge con lui alla vita.

Diventa un uomo una donna nuova!

Dio lo ha rigenerato, lo ha ricostruito, lo ha rifatto.

Gli ha dato un cuore nuovo. Un cuore libero capace di amare, non di obbedire a degli ordini…

Io spero che ognuno di noi abbia almeno embrionalmente fatto questa esperienza.

Spero e mi auguro che come Nicodemo, anche noi siamo curiosi di Cristo, desiderosi di incontrarci con lui.

E se oggi non abbiamo detto tutto, perché è semplicemente impossibile, che ci resti la curiosità di saperne di più.

Preghiamo un po’ per questo!

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