Chi non è contro di noi è con noi

27 Settembre 2009 Nessun Commento     

Ci rivediamo con gioia nella comunità cristiana, accogliendoci fraternamente e chiedendo al Padre di perdonare i nostri peccati…

LETTURE

Il nucleo, l’essenziale del messaggio di oggi si può riassumere nella frase del vangelo di Marco che abbiamo scritto davanti ai nostri occhi. “Chi non è contro di non è con noi!”

L’apertura, l’ottimismo, la valorizzazione del bene dovunque esso si trovi, , la simpatia verso i valori umani, verso ogni uomo e ogni donna anche se non appartengono alla mia razza, alla mia nazione, alla mia religione, è uno degli atteggiamenti fondamentali di Cristo.

Ascoltiamo!

OMELIA

Definirsi cristiani, chiamarsi cattolici, non basta per pensarla come la pensa Gesù Cristo.

Lo dicevamo già domenica scorsa parlando del rapporto di Cristo con i soldi e il potere, lo ripetiamo questa domenica rispetto allo sguardo con cui il cristiano guarda il mondo, la realtà che lo circonda.

Per verificare l’autenticità del nostro cristianesimo è necessario giornalmente confrontarsi col vangelo, anche quando ci capita una affermazione strana come quella di oggi:

“Chi non è contro di noi è con noi”.

Siamo abituati a sentire un’altra frase: “Chi non è con me è contro di me”.

Cosa vuol dire: “Chi non è contro di me è con me?”

Io credo che sono due i modi con i quali un cristiano può guardare il mondo, gli altri uomini, quelli che non fanno parte della chiesa…

Può guardarli con antipatia, distacco e acidità, oppure con affetto e simpatia…

Alcuni, fra i cristiani dicono: “Tutto ciò che è fuori dalla chiesa, è cattivo! Tutti quelli che sono fuori della chiesa sono persi!

Solo dentro la chiesa c’è salvezza.

Se su qualunque tipo di attività, non c’è piantata la croce, bisogna stare attenti.

Dobbiamo convertirlo questo mondo. Far entrare tutti nella chiesa, battezzare tutto, anche le leggi fatte dal parlamento, perché senza un preciso riferimento a Dio, alla sua legge, alla sua chiesa, tutto va a rotoli, tutto è perduto!

Extra ecclesiam nulla salus!

Fuori dalla chiesa non c’è salvezza!

La chiesa è perseguitata, tutti ce l’hanno con i cristiani…

Lo gridava un papa dell’800. Si chiama Gregorio XVI, scrive una lettera ai cristiani nel 1832, nella quale non salva nulla della realtà che lo circonda…

Lo gridano anche altri cristiani (o sedicenti tali) oggi…

Dobbiamo satre con qielli che sono come noi. Gli altri a casa…

Questo modo di pensare ha generato a volte un vero e proprio spirito di conquista…

Se siamo solo noi a possedere la verità, per amore o per forza tutti gli altri la devono, per amore o per forza, o accettare o levarsi dai piedi…

Ci sono altri cristiani che guardano il mondo, gli altri, quelli diversi da loro in un altro modo: con simpatia, con interesse, con partecipazione.

“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, sono anche le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non tovi eco nel loro cuore… i discepoli di Cristo si sentono intimamente solidali con il genere umano e con la sua storia…

Sono parole del Concilio Vaticano II°, ispirte da quel papa profeta che fu Giovanni XXIII.

Questo, seconda maniera di immaginare la salvezza del mondo, probabilmente è molto più vicina al vangelo.

Consiste nella convinzione che Dio ama il mondo intero direttamente, senza nessuna mediazione, senza nessun corpo estraneo che faccia da diaframma fra Lui e le sue creature, e che la chiesa altro non è se non quel luogo in cui si vive con consapevolezza questo clima di amore, con la preoccupazione di dare a chiunque, la testimonianza dell’amore di Dio.

In questo secondo caso i cristiani non si considerano dei salvatori, dei portatori della verità, e il loro atteggiamento non sarà quello della conquista, ma dell’ascolto, perché può accadere che la voce dello Spirito risuoni anche fuori dalle mura delle chiese.

Sembra, dal Vangelo di oggi che Cristo sia più vicino al secondo piuttosto che al primo modo di vedere le cose.

“Chi non è contro di noi, è con noi!

Cristo, che non era un prete, (non so se ci avete mai pensato), non è l’inventore di una nuova religione, di nuovi riti, di nuove forme di culto. Cristo ha invitato le donne e gli uomini del suo tempo, ebrei e romani, samaritani e greci a guardare se stessi, gli altri, e il mondo con l’occhio misericordioso di Dio.

Non ha detto agli ebrei di non essere più ebrei, né ai samaritani di convertirsi.

Ha rivelato agli uni, agli altri, a tutti l’amore di Dio, a riconoscere il suo volto nel più umile dei suoi figli, a non porre lo scopo della vita nei soldi e nelle ricchezze, ma a condividere, e guardare il mondo con la infinita tolleranza di Dio.

Ecco perché davanti a Cristo tutti saremo giudicati con lo stesso metro: atei e musulmani, buddisti e indù, e soprattutto chi ha avuto la pretesa di chiamarsi cristiano sarà giudicato non da quante persone ha convertito, ma da quanto amore ha mostrato.

Ma allora, se Dio salva tutti, guardando il profondo del cuore dell’uomo, la chiesa, i cristiani, i cattolici che ci stanno a fare?

Allora noi siamo inutili?

Certo, non c’è dubbio. Noi siamo inutili.

Siamo inutili perché è Dio che salva chi vuole lui, e dove vuole lui.

Ma, attenti, contemporaneamente, siamo indispensabili: perché Dio ha bisogno di qualcuno che dia testimonianza di questo amore; il Padre ha bisogno che Cristo continui ad essere presente nel mondo, perché è alla nostra testimonianza che è affidata questa presenza.

Proprio questo significa essere battezzati: lasciarsi trasformare dall’amore di Dio in modo così profondo da far trasparire attraverso la nostra vita la sua presenza.

Dio ama attraverso l’amore che noi sappiamo dimostrare, non attraverso le regole che noi sapremo imporre, attraverso i recinti dentro cui vorremmo far entrare la gente…

Paradossalmente, guardando la nostra vita, si potrebbe capovolgere questa frase di Cristo dicendo: “Chi è con me, alle volte è contro di me.”

Chi dice di essere con me può essere contro di me.

Perché è la cattiva testimonianza dei cristiani che oscura la presenza di Dio nel mondo.

Penso che vi abbia impressionato il brano della lettera di Giacomo che abbiamo letto qualche minuto fa.

San Giacomo se la prende con i ricchi.

Non voglio approfondire oggi questo aspetto, ci manca il tempo. Lo riprenderemo questo tema, seguendo le letture, nelle prossime domeniche.

Ma pensate a quanti ricchi, a quanti potenti che oggi corteggiano la chiesa, le prometteno favoritismi e privilegi, si fanno fotografare e cinematografare accanto al papa mentre contemporaneamente ne intralciano la testimonianza di amore verso i poveri e i diseredati.

Ci fermiamo qui pregando perché nella piccole e nelle grandi scelte della vita possiamo,come Cristo, avere il coraggio di far nostri i suoi atteggiamenti.

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