Gloria a Dio e pace agli uomini…

25 Dicembre 2009 Nessun Commento     

Con una canto di gioia e di pace abbiamo cominciato, questa messa del giorno di Natale.
Abbiamo lasciato le nostre case per ritrovarci insieme in una famiglia più grande, per celebrare la nascita di Cristo, per dare così un significato cristiano alla nostra festa, ai nostri auguri, ai nostri doni…
Condividiamo anzitutto la gioia della nostra presenza: il benvenuto che io do a tutti, spero che ognuno di voi desideri darlo a tutti gli altri, perché nessun uomo può essere un estraneo nella famiglia umana da quando Dio si è fatto uomo…
Con questi sentimenti, cantiamo la Gloria di Dio…


LETTURE

“Il Verbo si è fatto carne per abitare in mezzo a noi…
Città amata, non abbandonata, sarà chiamata la terra che accoglie il Salvatore.
Sono i messaggi che ci vengono dalla Parola di Dio.

Ascoltiamo!

OMELIA

Non è il momento, oggi, di fare lunghi discorsi.
Chi di noi lo ha voluto e potuto, ha approfittato di queste quattro domeniche per conoscere, approfondire, maturare, vivere, sperimentare la festa che oggi celebriamo.
Ora è il momento, di incontrarsi, di gioire, di cantare,di far festa insieme…
E la gioia, il canto, l’incontro, la meraviglia, la festa hanno un motivo.
“Il Verbo si è fatto carne, ed è venuto ad abitare in mezzo a noi…”
Dio viene per vivere la nostra vita di uomini, per affrontare i nostri stessi problemi, per sopportare i nostri stessi dolori, per godere delle nostre gioie…
La consapevolezza di avere Dio come compagno nella propria vita è la gioia più autentica del natale cristiano.
Ecco il senso della festa!
Basta osservare la frenesia, la fretta, l’affanno, il caos di questi ultimi giorni prima di Natale e la calma, la serenità, il riposo di oggi.
Sembra rallentare il ritmo della vita… abbiamo il tempo per guardare gli altri, per preoccuparci più delle persone e meno delle cose…
Persino il freddo se ne è andato, quel freddo che ci fa stringere nei nostri cappotti…Ci siamo fermati per guardarci attorno… Di questa giorno, vogliamo, forse inconsciamente, goderne il fascino.
Molti ne colgono magari solo gli aspetti superficiali, ma noi che siamo qui, abbiamo l’opportunità di penetrarne il significato, di cogliere la direzione verso la quale ci indirizzano i simboli di cui questa festa è piena.
Simboli dei quali è necessario riscoprire il significato.
Prendete il presepio.
A qualcuno può sembrare una cosa da bambini.
Ma non vi fa pensare alla città che tutti ci impegniamo tutti a costruire, una città in cui tutti sono diretti, anche se non lo sanno, verso un unico centro: Cristo?
E le luci, che adornano case, balconi, strade, negozi, non vi richiamano Isaia? “Un popolo che camminava nelle tenebre, vide una grande luce…”
I regali…
Ci collegano alla logica del dono, della apertura, della generosità, invece che alla mano chiusa, all’egoismo e alla rapina…
E il saluto, l’incontro, la cordialità, anche fra estranei… non sono forse un segno della fratellanza di tutti gli uomini nella famiglia di Dio?
Perfino il panettone e lo spumante mi ricordano il pane e il vino della Eucaristia…
Non dobbiamo andare a cercare molto lontano la presenza di Dio.
Da quando Dio si è incarnato ogni gesto della nostra vita ne rivela la presenza…
Perfino gli aspetti più futili.
Il gioco: a Natale si usa giocare, anche gli adulti…
Non è questa l’immagine del futuro dell’uomo che non è nato per lavorare e faticare ma per vivere una vita in cui anche il lavoro sia una gioia?
E Il pranzo? Forse il momento più bello. La comunione, la convivialità, l’abbondanza del banchetto al quale è invitata tutta l’umanità…
Dicevamo, la vigilia, il caos, il traffico, la fretta, e oggi la serenità, la pace, la calma, la festa…
La vigilia è la vita di ogni giorno; la festa, è ciò a cui tendiamo, lo scopo di ciò che ogni giorno cerchiamo di costruire.
Noi cristiani, abbiamo non solo il diritto di vivere intensamente la festa del Natale come tutti gli altri, ma anche il dovere di fare qualcosa di più, perché chi non è cristiano può forse illudersi per un momento e poi risvegliarsi nella banalità e nella insignificanza della vita di ogni giorno; il cristiano invece vive il giorno della festa carico della gioia di ciò che ha costruito nei 364 giorni precedenti e pieno della speranza di ricominciare.

Ricominciare a costruire il Regno di Dio che si fonda non tanto sui governi che dicono di difendere i valori cristiani, ma sulla testimonianza di donne e uomini di fede i quali sanno che il natale cristiano ha perso tutta la sua forza di scandalo e di capovolgimento dei valori correnti.
I cristiani sanno che quel bambino di nome Gesù non ha trovato posto in nessuna casa di Betlemme e ha dovuto nascere in una grotta fuori paese, che fu perseguitato da Erode e che fu accolto come ospite in Egitto senza permesso di soggiorno.
Questo è il vangelo che si accorda poco con il vangelo di un sindaco della lega Giancarlo Gentilini che proclama: «Voglio eliminare i bambini zingari che vanno a rubare agli anziani, nemmeno “rieducarli” ma eliminarli, toglierli dalla vita. Voglio la rivoluzione contro le moschee e i centri islamici. Le gerarchie ecclesiastiche dicono: Lasciamoli pregare. Noooo! Vanno a pregare nei desertiiii!».
Il ministro del tesoro ha detto che una parte dei soldi che rientreranno dallo «scudo fiscale» andranno a finanziare le scuole private (in maggioranza cattoliche).
Esattamente 130 milioni di euro. Sono soldi sporchi di sangue, di droga, di furti, di evasione, di corruzione, di mafia, di assassinii. Come possono essere strumento di educazione e di cultura? Perché il cardinale Bagnasco non dice chiaro e forte: «Signor governo, non abbiamo bisogno! Rifiutiamo quei soldi perché per noi il fine non giustifica mai i mezzi e non possiamo educare i figli del futuro con il denaro della morte e della illegalità. Resteremo poveri accanto alla povertà della mangiatoia, con l’extracomunitario palestinese ed ebreo, Gesù, Figlio di Dio?»
I valori cristiani si difendono difendendo ogni uomo e ogni donna dalla violenza e dal sopruso.

Perché per noi sarà veramente Natale quando nessun uomo in questo giorno resterà solo, resterà al buio, avrà fame, avrà freddo, avrà paura, sarà perseguitato, porterà armi nelle sue mani, sarà cacciato via per il colore della sua pelle…
Facciamoci un augurio in forma di preghiera.

Che il natale di Cristo per essere capito si affidi ai cristiani, non ai governi
Che la gioia sia per tutti gli uomini.
Che la presenza di Cristo ci aiuti a lavorare, ogni giorno, perché per ogni donna e ogni uomo, in questo mondo e nella vita eterna la gioia sia piena.

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