Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo

16 Gennaio 2011 Nessun Commento     

Riprendere coraggio e fiducia nel nostro cammino. Spinti da questa esigenza ci ritroviamo insieme…
Oggi Cristo, “l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”, ci tende la mano per togliere i nostri peccati. Accettiamo il suo dono per riuscire anche noi a “togliere il peccato dal mondo.
Diciamo insieme

LETTURE

Conoscere Cristo, per scoprire il disegno di Dio e attuarlo nella nostra vita.
Domenica per domenica, siamo qui per portare avanti questo impegno da travasare nella vita di ogni giorno.
Isaia, nella prima lettura, ci presenta il Servo di Iavè, identificato nel popolo di Israele che Dio sceglie per portare la sua luce a tutte le nazioni.
Ma questo popolo disattende il progetto di Dio. Si rifugia nel particolarismo, nella difesa dei suoi interessi.
Sarà Cristo allora a prendere il testimone che vuole passare a ciascuno di noi.
Ascoltiamo!

OMELIA

Ecco l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.
Sono parole di Giovanni Battista . Le conosciamo bene.
Le diciamo a messa, dopo il gesto di pace.
E quando il prete, prima della comunione alza l’ostia, le ripetiamo ancora, confessando la nostra indegnità, perché purtroppo a noi capita non di togliere, ma di accrescere il peccato del mondo.
Ma che cosa è questo “peccato del mondo”?
In che senso viene “tolto” da Cristo?
Cosa ci interessa tutto questo?
Vediamo partendo da Isaia.
Il profeta ci presenta un personaggio particolare: “il servo di Iavè.
Il servo di Dio è’ certamente il popolo di Israele, il popolo ebreo.
Ma questo popolo era convinto (ed ancora oggi è così) che la sua alleanza con Dio riguardasse la riconquista di un territorio perduto, il ritorno in patria, la ricostituzione di uno stato.
Ma tutto questo, dice il Signore, è troppo poco!
E’ troppo poco che tu sia mia servo per restaurare le tribù di Giacobbe, per ricondurre i superstiti di Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni perché tu porti la mia salvezza fino all’estremità della terra.
E’ troppo poco, ed anche troppo sbagliato!
Israele, è scelto per essere luce di tutte le nazioni. Se il suo compito si fosse limitato alla ricomposizione etnica di un popolo sarebbe potuto diventare chiusura, presunzione, ingiustizia, emarginazione, sarebbe potuto diventare guerra.
E’ infatti avvenuto così’.
E’ la storia dei nostri giorni: del medio oriente, della Palestina, del terrorismo, della guerra.
La lettura cristiana della storia ci dice che Israele è stato incapace di realizzare il suo impegno con Dio.
L’incapacità di Israele sarà riscattata da Gesù Cristo.
Sarà Lui l’autentico servo di Iavé, che farà nascere un nuovo popolo di Dio al quale sarà affidata quella missione che il popolo ebraico non ha saputo realizzare.
Sarà Cristo ad incarnare questa speranza di Dio spezzando la crosta delle tradizioni giudaiche per svegliarvi lo spirito che dentro vi dormiva.
Infatti Cristo non è stato accettato.
E’ stato radiato dal suo popolo.
Venne fra i suoi e i suoi non lo hanno accolto, abbiamo sentito nei giorni di Natale.
Nasce ai margini, vive precariamente, muore fuori dalle mura della città
Per questo egli è l’agnello, il capro espiatorio che viene espulso dalla città, è il servo su cui cade il peccato del mondo che è appunto la chiusura, ogni chiusura, ogni affermazione di ciò che è particolare, egoistico, privato, contro la universalità del progetto di Dio.
E’ questo il vero peccato, il peccato che offende l’altro, che distrugge il progetto di Dio.
E’ il peccato originale, non tanto perché compiuto all’inizio del mondo, quanto perché è all’origine di ogni nostro peccato e di ogni nostro male.
Cristo, con la sua dedizione a 360 gradi, con la sua apertura, con la sua accoglienza del diverso (ricordate il samaritano, la donna cananea, il centurione romano?), si è caricato delle conseguenze di questo peccato, lo ha riscattato, ha inaugurato tutto questo.

E noi, che siamo stati battezzati nello stesso Spirito (domenica scorsa), che siamo stati immersi come Lui nell’amore di Dio, che facciamo parte del nuovo popolo di Dio, siamo chiamati a continuare ciò che lui ha fatto, perché la missione del Servo di Iavè si incarna nella vita, nella storia, attraverso ogni comunità di credenti, attraverso ogni singolo credente, attraverso ognuno di noi.
Quindi: tutte le volte che io passo dal particolarismo all’universalità, dall’istinto di possesso alla generosità, dall’appartenenza di gruppo all’amore per l’uomo e soprattutto per l’uomo più remoto da me, dall’orgoglio della mia cultura alla simpatia per il diverso, per l’inedito, per ciò che non rientra nei miei schemi mentali, in tutte queste occasioni io “tolgo il peccato dal mondo e costruisco il regno di Dio.

• E ciò avviene all’interno della mia famiglia: ogni qualvolta l’istinto di proprietà, il dominio del padre sul figlio, dell’uomo sulla donna, dei soldi sull’amore, è vinto dalla comune decisione di amarsi e dalla premura reciproca, la c’è il regno di Dio.

• Nella chiesa, se l’istinto di difesa di sé, di far corpo contro gli altri, di difendere le proprie priorità, e la propria comunità contro gli altri è vinto dal desiderio, dalla premura di essere con gli altri, di perdere se stessi, di morire a se stessi per gli altri, lì c’è il regno di Dio.
• Nella società, ogni volta che riusciamo a guardare con attenzione chi sta peggio di noi, chi non può sbarcare il lunario, chi convive con noi anche se diverso, chi fa scelte diverse dalle nostre.

Il ritornello continuo che sfugge dalle nostre labbra quando ci incontriamo è: le cose vanno male, chissà dove arriveremo, non ci sono alternative…
Abbiamo la precisa percezione che questo mondo lo abbiamo costruito male: è questo il peccato del mondo!
Il “peccato di questo nostro mondo, nel quale abbiamo dimenticato la genuinità della vita, l’umanità e la sincerità dei rapporti, il senso autentico della giustizia, la gioia della vita sobria, è il sistema che abbiamo costruito.
Viviamo all’interno di un sistema fondato sul guadagno ad ogni costo e senza limiti, sui consumi da far crescere con ogni mezzo, sullo spreco, sullo sfruttamento dei più poveri, sulla ricchezza esagerata da una parte e sulla miseria dall’altra.
La Fiat e la disoccupazione, i lussi dei ricchi e l’isola di Haiti, le speculazioni bancarie e la povertà, i guadagni dei petrolieri e i marocchini ai semafori…
Io non so se tutto cambierà e quando cambierà. Probabilmente non lo sapete nemmeno voi.
So certamente una cosa: Che non cambierà per mano dei potenti e dei ricchi, perché i potenti e i ricchi che lo tengono in piedi dovrebbero rinunziare alla loro potenza, alle loro ricchezze, al loro prestigio, alla loro forza…

Forse, come diceva qualcuno che oggi è passato di moda, questo sistema un giorno imploderà.
E’ solo questione di tempo.
Ma il compito del cristiano, il compito del popolo di Dio, il compito della chiesa, non è quello di vivere quietamente all’interno di questo sistema, approfittando addirittura delle opportunità che offre ma di agire concretamente ogni giorno nutrendo la speranza che si attui per ogni uomo il Regno di Dio.

Preghiamo per questo.

Tags: , , , Omelie

Scrivi un Commento


Warning: Undefined variable $user_ID in /membri/sspietroepaolo/wp-content/themes/mymag/comments.php on line 51

(required)

(required)


Che siano una cosa sola

RIT. Che siano una sola cosa, perchè il mondo veda che siano un solo amore. perchè il mondo creda....

Il cantico delle creature

A te solo Buon Signore Si confanno gloria e onore A Te ogni laude et benedizione A Te solo...