Egli vi battezzerà nello Spirito

9 Gennaio 2011 Nessun Commento     

Eccoci ancora qui, a camminare insieme, in questo nuovo anno, da poco cominciato.
Il Natale alle nostre spalle, davanti a noi la Pasqua.
Ripercorreremo insieme il cammino compiuto da Cristo, quel cammino che, come cristiani, ci siamo impegnati a rifare nella nostra vita.
Ma il nostro è un cammino non privo di limiti, di infedeltà, di incoerenze, di peccati.
Prendiamone coscienza e chiediamone perdono al Padre per esser degni di prenderci per mano e iniziare degnamente questa Eucaristia.

LETTURE

Il punto centrale della celebrazione di oggi si trova nell’inizio del Vangelo di Matteo: è il Battesimo di Gesù sulle rive del fiume Giordano.
Il profeta Isaia ci dice quale sarà il compito di Cristo, memntre Pietro, negli Atti degli Apostoli, ci mostra la testimonianza chiara e coraggiosa dei primi cristiani.

Ascoltiamo.

OMELIA

Le parole… a dirle, nulla di più facile; ma nulla di più difficile se vogliamo scegliere quelle giuste, le più efficaci, per comunicare veramente, senza equivoci ed incomprensioni, perché ciò che diciamo giunga alle orecchie, alla mente, al cuore di chi ascolta…
Può capitare, e capita anche qui, in questa nostra assemblea, che, nel percorso dalla mia bocca alle vostre orecchie, qualche parola cambi significato.
Per questo prego, sempre, prima di cominciare a parlare, perché sia lo Spirito, al di là delle parole, a far sentire a ciascuno, ciò di cui ha veramente bisogno.
Prendete, per esempio, la parola “battesimo”.
Nell’episodio del battesimo di Cristo, riportato dai vangeli, la stessa parola, “battesimo”, è usata con tre significati, di volta in volta, diversi.
A secondo di chi si parla: rivolta alla gente che andava a farsi battezzare da Giovanni significa una cosa, applicata a Gesù ne significa un’altra; usata, per noi, per indicare il battesimo nello Spirito che riceveranno i futuri seguaci del Messia indica una terza realtà…

“Io ti battezzo”, vuol dire letteralmente “io ti immergo…”
Chi andava da Giovanni, veniva “battezzato”, immerso nell’acqua, nel fiume Giordano.
Ammetteva di essere peccatore proponeva di cambiare vita, esprimeva questi atteggiamenti interiori attraverso questo rito purificatorio comune, allora e adesso, a tante religioni in ogni parte del mondo.
Ma Gesù non ha certamente bisogno di convertirsi.
Entra nell’acqua per mostrare di essere un uomo, un uomo come tutti noi.
Entra nell’acqua, ma, per lui, il momento cruciale non é l’acqua che sta in basso, che scorre nel fiume: è il cielo che sta in alto, che si spalanca sul suo capo, è lo Spirito che egli vede scendere su di sé.
E’ l’investitura solenne da parte del Padre: E’ il momento in cui, come uomo, prende coscienza della sua missione: lo Spirito di Dio lo investe, lo sommerge, lo impregna, lo consacra, lo battezza: “Tu sei mio figlio, il mio Figlio amato, Io ti ho mandato.”
E’ in questo momento che Egli diventa il “Messia”, il Cristo, l’Unto di Dio, mandato dal Padre per realizzare la sua volontà, per portare, come dice Isaia il diritto a tutte le nazioni.
Questo diritto che dovrà essere stabilito fra le genti sarà la pienezza dei diritti per ogni uomo: la pienezza della pace, la pienezza della libertà, della giustizia, dell’amore fraterno, della comunione con Dio.
Questo è il significato del battesimo di Gesù.
Ed allora, non sul battesimo di Giovanni, ma su questo battesimo si fonda il nostro battesimo, quello che abbiamo ricevuto e del quale non prenderemo mai abbastanza coscienza.

“Io vi battezzo in acqua, Egli vi battezzerà nello Spirito.
Traduciamo queste parole, in un linguaggio non rituale, prereligioso, comprensibile, significativo.
Cristo vi immergerà nello Spirito, dice Giovanni.
Il suo gesto sarà profondamente diverso dal mio.
L’immersione nell’acqua manifesta il fatto che voi vi pentite dei vostri peccati. Esprime quello che voi fate, denuncia i vostri sforzi, è il segno dei vostri atteggiamenti…
L’immersione nello Spirito, fatta da Cristo, non da me – è sempre Giovanni in prima persona che parla – non indica quello che voi siete capaci di fare, ma quello che Dio è capace di fare.
Se credete in Cristo, se affidate a Lui la vostra vita, sarete battezzati nello stesso Spirito che Lui ha ricevuto; riceverete la stessa forza di Dio, lo stesso dinamismo interiore, nel quale è stato immerso Cristo.
Per diventare figli, come Lui, nel senso più pregnante della parola.
Perché è vero che ogni donna, ogni uomo che nasce sulla faccia della terra è Figlio di Dio:
Ma Dio ha bisogno che questa figliolanza sia consapevole, sia accettata: Dio vuole che il suo amore di Padre sia corrisposto. Dio ha bisogno di figli che, come Cristo, abbiano la coscienza di essere tali, di essere mandati, cristi, cristiani, appunto per continuare nel mondo quello che ha fatto il primo Cristo, il primo inviato, Gesù.
E tutto ciò non avviene attraverso una spruzzatina d’acqua.
L’acqua è un segno, un sacramento, come si dirà nella chiesa, della azione di Dio. Una azione non magica, che appena ti tocca ti trasforma, ma che richiede tempo, presa di coscienza, cammino da percorrere, disponibilità a realizzare nel mondo il compito di Cristo.

E qual è questo compito?
Battezzare.
“Come il Padre ha mandato me, così io mando voi. Andate in tutto il mondo battezzate ogni creatura nel nome del Padre, del figlio e dello Spirito.”
La religiosità, che deteriora la fede, invece di capire queste parole nel loro significato profondo, vero, autentico, se ne è impadronita; e, credendo che bastasse una spruzzatina di acqua sulla testa, ha cominciato a battezzare, chiunque, volente o nolente, per “salvarlo” ad ogni costo.
Da Carlo Magno che davanti ai sassoni sottomessi propose loro di farsi lavare in massa la testa o di farsela tagliare dal boia, ai cappellani delle navi negriere che non partivano senza aver prima battezzato tutti gli schiavi per mettersi al sicuro dell’ira di Dio durante il viaggio, lungo e pericoloso dalle coste dell’Africa a quelle americane al battesimo di bambini dei nostri giorni quando è fatto senza la consapevolezza degli adulti, per obbedire ad un usanza, ad una superstizione, al bisogno di mettere chi nasce al riparo di chissà quale maleficio.
Non è questa, probabilmente, l’intenzione di Cristo.
Cerchiamo di capire le sue parole nel loro significato originario.
Io vi ho immersi nello spirito, dice agli apostoli, siete stati battezzati, attraverso la mia morte e la mia risurrezione. Non è scritto nel vangelo che gli apostoli o la Madonna abbiamno ricevuto il battesimo così come oggi noi lo amministriamo.
Fate la stessa cosa anche voi, immergete cioè ogni donna e ogni uomo che incontrate nel vostro cammino in quello stesso amore che rende così diversa la vostra. vita.
Immergetelo nel Padre, mostrategli la sua tenerezza, il suo interessamento per ogni creatura.
Immergetelo nel Figlio, che ha dato la vita per tutti, donando generosamente la vostra vita.
Immergetelo nello Spirito, amando con lo stesso amore di Dio ogni creatura.
Chi sarà battezzato sarà salvo! Ma certo! Chi potrà mai perdersi se viene avvolto, immerso, impregnato, battezzato, nell’amore di Dio?
E noi abbiamo creduto che bastasse un po’ d’acqua a salvare: Abbiamo messo la gente in fila, e volente o nolente l’abbiamo, a modo nostro fatta diventare cristiana.
Abbiamo cominciato a battezzare anche i bambini.
Se il Battesimo dei bambini è il segno del nostro amore e dell’amore di Dio, dell’amore in cui sapremo avvolgerli, certo! Ma molto spesso è una superstizione e non coinvolge nessuno, nemmeno i genitori che li portano in chiesa!

Ci sono oggi qui due genitori, una giovane coppia.

May e Marcello.
Fanno parte della nostra comunità.
Vogliono dirci qualcosa a proposito del battesimo del loro bambino.
Ascoltiamoli”!

In questo giorno, in cui la Chiesa celebra il Battesimo di Gesù, abbiamo deciso di presentare il nostro bambino alla Comunità riunita, e chiedere a tutti coloro che ci conoscono, ci sono amici e in qualche modo ci vogliono bene di aiutarci nel difficile cammino di genitori cristiani.
Crediamo, infatti, che il compito dei genitori sia fra i più impegnativi e rischiosi, poiché in gioco c’è la vita di una persona che domani darà il suo contributo alla società; positivo o negativo, onesto o disonesto, generoso o egoistico, questo dipenderà in gran parte da noi e dagli insegnamenti che sapremo infondergli. Ma noi abbiamo un’aggravante: siamo cristiani. Per questo oggi chiediamo il sostegno vostro e naturalmente di Salvatore e Alfio.
In tanti anni trascorsi qui, a Messa, a riunione, o anche solo respirando l’aria di questa Comunità, abbiamo capito che il cristiano non decide di diventarlo per trovare protezione divina; per cui si sposa in Chiesa per essere certo che la sua vita coniugale sia benedetta ed abbia successo, si confessa per andare in Paradiso, fa battezzare i propri figli per metterli al sicuro da Satana. Il cristiano non sceglie Gesù come riparo da tutti i mali e i pericoli di questo mondo. Al contrario, essere cristiani vuol dire “entrare” nel mondo, proprio come ha fatto Gesù, che è venuto tra noi e certamente nulla ha evitato di ciò che di pericoloso e scomodo poteva incontrare. Allora se essere cristiani vuol dire seguire Gesù, non ci si può aspettare nessuna campana di vetro, ma solo impegno quotidiano, come ci insegnano i testimoni più autentici della fede, da Madre Teresa a don Pino Puglisi.
Per questi motivi crediamo di non potere noi scegliere per il piccolo Alessandro, il quale oggi non ha nessuna consapevolezza di cosa significhi esser cristiani. Certo, ci piacerebbe molto pensare che l’acqua versata sul suo capo fosse capace di proteggerlo e preservarlo dai pericoli. Ma sappiamo bene che la strada di chi vuol seguire Cristo non è larga e pianeggiante, bensì tortuosa e in salita.
Desideriamo, invece, recuperare il significato etimologico del termine Battesimo. Se battezzare significa immergere allora noi battezziamo nostro figlio nel senso che, dinanzi alla comunità, ci impegniamo ad immergerlo quotidianamente nell’amore di Dio, attraverso le nostre cure ed il nostro esempio di vita.
Non sceglieremo noi per lui perché, in tutta onestà, non crediamo sia possibile farlo. Non crediamo che il cristianesimo sia un vestito da far indossare prescindendo dalla volontà.
Il cristianesimo è invece una scelta PERSONALE e CONSAPEVOLE, e noi speriamo ardentemente che il nostro piccolo Alessandro, una volta uomo, deciderà di essere cristiano perchè avrà visto in noi genitori un uomo e una donna che, pure fra mille limiti e difficoltà, si sono sforzati di mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù.
Ai nostri genitori, parenti, amici, ed alla comunità tutta chiediamo di aiutarci in questo difficile compito. A Dio padre chiediamo la grazia di non privarci mai del genuino entusiasmo dell’amore, la forza per resistere alle tentazioni delle scorciatoie facili, e la perseveranza per non smarrirci lungo il cammino.

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