Capodanno

1 Gennaio 2011 Nessun Commento     

Cominciamo anche questa festa di Capodanno col farci fraternamente gli auguri.
Probabilmente molti di noi questa notte, nelle nostre case, o per le strade, con i nostri amici, abbiamo brindato al nuovo anno.
Ma, stamattina, abbiamo sentito il bisogno di ritrovarci, direi ancora per brindare, – che cosa è infatti la messa, l’Eucaristia, se non un brindisi, una lode, un ringraziamento a Dio? ci siamo riuniti per ringraziare Dio e per guardare con occhio cristiano il tempo che passa…
In questo iniziale momento di preghiera ringraziamo il Padre per l’amore con cui accompagna i nostri giorni, per il bene che riusciamo a fare, per il perdono che generosamente ci offre quando non siamo coerenti con le nostre scelte..

LETTURE

Sono tanti i temi che i brani della Bibbia ci propongono in questo primo giorno dell’anno: la maternità di Maria, la pace, la benedizione di Dio.
Sono queste le realtà che celebriamo oggi: non tanto il meccanico fluire del tempo, quanto i fatti di salvezza attraverso i quali Dio è entrato nella storia per liberarci dalla schiavitù del tempo.
Ascoltiamo!

OMELIA

Non ne hanno azzeccata una!
Nella politica, nella attualità, nello sport, nel prevedere guerre e catastrofi gli indovini sono andati, per l’anno già trascorso, completamente fuori strada.
Parecchi giornali ne analizzano tutte le cantonate.
Già Cicerone diceva: “Come è possibile che un indovino non scoppi a ridere quando incontra un altro indovino?
Ed allora non di pronostici o di oroscopi noi dobbiamo parlare, ma di propositi.
Perché Il nuovo anno, il 2011, non è un genio, una entità, qualcosa o qualcuno che, secondo la ruota della fortuna porterà cose buone o cattive.
L’anno nuovo è il tempo che verrà, il tempo che Dio ci regala; l’anno nuovo saranno tutte le occasioni che avremo a disposizione per costruire, per impegnarci a realizzare da noi stessi, cose buone o cattive.
Il pronostico, l’oroscopo è proprio dell’indovino; il proposito, il progetto è proprio dell’uomo, del cristiano.
Il pronostico consiste nell’attendere che qualcosa accada. Il progetto è fare in modo che qualcosa accada.
Infatti, da quando Cristo, Figlio di Dio, è entrato nel tempo, il tempo stesso ha cambiato senso e significato.
Per gli antichi il tempo era un dio. Lo chiamavano “Cronos”.
Era un dio crudele: divorava i suoi figli dopo averli generati.
Voi capite il senso profondo del mito: gli eventi del mondo non hanno una direzione, le cose si avvolgono su se stesse, tutto ciò che è avvenuto, avverrà, non è possibile che ci sia qualcosa di veramente nuovo…
Il tempo che mangia i suoi figli vuol dire che non c’è futuro, che dobbiamo rassegnarci o disperarci…
Ma noi non siamo schiavi, ci ha detto Paolo, noi siamo figli, ma figli di Dio; e il tempo per il cristiano non è il crudele dio “Cronos”, è invece il “cairos”, che vuol dire tempo propizio, opportunità, occasione favorevole, momento giusto, attimo decisivo, punto critico. E il nostro Dio non mangia i suoi figli, ma insieme ai suoi figli, vuole far nuove tutte le cose…
Ecco perché, per noi, ogni attimo della vita non è un giro della ruota della fortuna, ma una occasione che ci viene offerta per progettare e costruire insieme al Padre e ai fratelli la pace, la giustizia, la dignità di tutti gli uomini.
Ecco l’augurio che dobbiamo farci a vicenda, l’augurio cristiano: Ci benedica Dio, che non vuol dire ci protegga, ci metta sotto una campana di vetro, allontani da noi i guai e li facci cadere sugli altri…
Ci benedica Dio.
Lo sapete che cosa significa.
Dio dica bene di noi.
Ci benedica, come ha benedetto Maria” tu sei benedetta fra le donne”, come ha benedetto Cristo “e benedetto il frutto del tuo seno, che non vuol dire che li ha messi sotto una campana di vetro; tutt’altro ma che li ha amati perché hanno messo la loro vita a sua disposizione.
Ci benedica Dio onnipotente e ci conceda, all fine di quest’anno ci voltarci indietro per guardare con soddisfazione al tempo che avremo vissuto e a ciò che avremo costruito, in questi 365 giorni nuovi nuovi.
Tutti da vivere. Tutti da sperare. Forse anche da sbagliare. Ma intanto nuovi.
Come pagine bianche da scrivere avendo preso nota dei passi falsi e dell’esperienza in fondo alla bisaccia.
L’anno nuovo è sempre una scommessa.
È il tempo della responsabilità. Lascia che altri consultino le stelle. Tu guarda piuttosto per terra, dove metti i piedi. Un tempo imprevedibile, certo, ma almeno ricco del profumo delle ripartenze. Per dire basta alle cattive abitudini e alle scelte sbagliate. Per non lasciare inaridire la tua voglia di fare. Perché ti attende, il nuovo anno, ed è un abbraccio nel quale tuffarsi con la gioia di un incontro atteso alla stazione, all’alba del nuovo.
Poi la strada. E ce la faremo solo insieme. Con te che piangi delusa dal tradimento di un progetto di vita e con te che vivi dietro le sbarre di un carcere. Con chi è costretto a guardare sempre il soffitto perché crocifisso nel letto da una brutta malattia e con ch chi è stato costretto questa notte a brindare da solo.
Con chi guarda quella sedia che quest’anno è vuota e con chi anche stanotte dormirà sotto i portici. Per tutti comincia un tempo nuovo. E ce la faremo solo insieme e con la compagnia di Dio.

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