Chi si umilia sarà esaltato!

29 Agosto 2010 Nessun Commento     

Chi si umilia sarà esaltato!
Giulia, Gianluca (Maria), Greta…
Li chiamiamo per nome questi tre bimbi, che fra poco battezzeremo, li accogliamo nella nostra comunità, nella chiesa, con gioia, ma anche con un misto di apprensione…
Oggi, forse più che ieri, il battesimo non è un gesto che si può fare a cuor leggero: se mettere al mondo un figlio è una grande responsabilità, proporgli di diventare cristiano non è da meno: è la responsabilità della nostra testimonianza, della nostra coerenza cristiana.
Chiediamo, prima di cominciare perdono a Dio delle falle di testimonianza presenti nella nostra vita…

LETTURE

“Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato…”
E’ questo il tema centrale del messaggio di oggi.
Un messaggio che partendo dal Vecchio testamento, trova il suo compimento nelle parole e nella vita di Cristo.
Ascoltiamo.

OMELIA

Spero che anche nella vostra mente scatti, quando ascoltate il vangelo, quel corto circuito che scatta nella mia: un disagio…quasi fisico che si avverte quando le parole di Cristo si confrontano con la realtà che ci circonda.
Invita gli zoppi, i poveri, i disgraziati alla tua mensa, perché non possono darti nulla in cambio: ed io penso a Sarkosy ed ai Rom imbarcati volontariamente per la Romania…
Cristo non è mons. Della Casa. Non sciorina un galateo, un codice di buone maniere.
Ci da una lezione di umiltà, nel senso più vero e genuino della parola.
Che non consiste nell’avere un pessimo concetto di se stessi; che anzi, un po’ di autostima è necessaria, altrimenti rischiamo la depressione…
Non consiste nel dire: non sono capace di nulla, sono un buono a nulla… potrebbe essere un buon alibi, una buona scusa per mettersi sempre da parte e sfuggire qualunque impegno…
Cristo ci dice: Hai delle buone qualità? Bravo! Mettile generosamente al servizio dei tuoi fratelli.
Generosamente e, soprattutto, gratuitamente!
“Sarai beato se non avranno nulla di cui ricambiarti!”
Certo Cristo non vuole demonizzare gli inviti a pranzo, la convivialità fra amici, fra parenti:le sue parole, paradossali, vogliono soltanto inserire nella nostra vita la logica del dono, della gratuità del disinteresse, diametralmente opposto a quella dello scambio, del guadagno, del “do ut des…”..

E questo non solo nella ordinari età dei rapporti umani, ma anche nel fare il bene.
A volte anche le brave persone cadono in questo trabocchetto: Più mi sforzo di fare del bene, più calci ricevo… Basta! Non ci gioco più!
Pensa un po’:
Se quando fai qualcosa di buono ti aspetti il grazie, visto che il grazie ordinariamente non arriva, anzi arriva il contrario, vivrai nella continua frustrazione, diventerai acido, e, a lungo andare , ci levi mano…Se invece non ti aspetti nulla, se no il ringraziamento di Dio, quando arriva qualche grazie passerai una buona giornata!
Questa è l’umiltà secondo Cristo, un umiltà che si coniuga con l’amore, con il servizio, con la gratuità.
Servizio e gratuità: E’ una lezione che Cristo ci offre diametralmente opposta alla mentalità alla quale oggi allineiamo la nostra vita: non gratuità e servizio, ma rampantismo e interesse.
Una malattia morale che contagia non solo i singoli cristiani ma anche la chiesa.
Anche la religione può diventare potere e interesse.
La religione è potere quando lega le coscienza al timore, alla paura, ai sensi di colpa, ad una immagine vendicativa e terribile di Dio.
La religione è potere quando sia allea con gli stati, con i governi per realizzare attraverso la legge e la costrizione ciò che dovrebbe realizzarsi attraverso l’amore e la testimonianza.
Una chiesa povera, senza orpelli, né di sostanza, né di forma, è ancora un ideale molto lontano dalla realtà.
E’ un ideale che noi cristiani dobbiamo perseguire, senza la paura, di denunziare il potere e l’interesse dovunque essi accadono, con la libertà di giudicare chi comanda e di denunziare i soprusi del potere di turno.
Mi riferisco ad alcuni avvenimenti di questi ultimi giorni che certamente conoscete e che interessano da vicino il nostro essere cristiani.
Il settimanale cattolico “Famiglia Cristiana” ha appunto criticato alcuni aspetti del modo corrente di fare politica; ed i politici criticati, molti dei quali si definiscono cristiani piuttosto che rispondere nel merito hanno volgarmente attaccato la rivista facendo ben capire che, secondo loro chi critica il governo non è un vero cristiano,m non obbedisce alla chiesa, dato per scontato che la chiesa lo appoggi…
Intendiamoci bene.
La chiesa ha la suprema autorità quando ci dice di credere a Cristo: ma le scelte storiche, le scelte politiche, le scelte di ogni giorno, dipendono da noi, dal nostro buon senso, dalla nostra esperienza, dal nostro giudizio, dalla maniera onesta e non interessata con la quale ognuno di noi coniuga il vangelo con la vita.
Questo, per chi di noi non lo sapesse, non è farina del mio sacco: è il concilio Vaticano II° (Gaudium et spes, n° 43) che molti cristiani a partire da quelli che fanno politica non conoscono e che farebbero bene ad andarsi a studiare.
Fra poco chiederò a questi bimbi, per bocca dei loro padrini e dei loro genitori se credono in Dio e in Cristo. Questo è necessario per essere cristiani. Non chiederò se votano per questo o quel partito.
Il discorso dovrebbe essere approfondito, non è il momento… c’è troppo caldo…
Sull’argomento ho inviato un articoletto alla Sicilia. Lo hanno pubblicato venerdì. Temevo di no…Me ne compiaccio
Non è quindi, , una lezione di galateo quella di Cristo.
E’ un invito a preoccuparci non di ciò che gli altri pensano di noi, ma di ciò che Dio pensa della nostra vita.
Preghiamo perché per ognuno di noi e per questi bimbi che fra poco battezzeremo, sia veramente così.

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