L’amore è più forte della morte

7 Novembre 2010 Nessun Commento     

Il Signore sia con voi
Sia veramente con noi, con tutti noi il Signore risorto, sia presente nella nostra vita, quando in essa fioriscono le gioie, ma anche nelle difficoltà, nei guai, nelle lotte, nelle speranze…
Per questa gioia, con gratitudine rinnoviamo al Padre , al Figlio, allo Spirito Santo la nostra lode…


LETTURE

Siamo alla fine dell’anno della chiesa; ancora due domeniche, oltre a questa, poi le quattro settimane di Avvento e quindi, Natale.
Queste tre domeniche sono dedicate alle “cose ultime” della vita: la morte e la Risurrezione, la fine del mondo, la vita eterna…
Non sono argomenti avulsi dalla realtà quotidiana della nostra vita.
Riflettere sulla morte illumina la vita, aiuta a scorgerne il significato il senso del nostro essere e del nostro agire in questo mondo.
I brani biblici che fra poco ascolteremo esprimono la convinzione che l’orizzonte dell’uomo non si chiude nell’ambito angusto di questo mondo, ma si apre alla speranza di un mondo diverso, di una vita nuova che fin da ora noi possiamo vivere e sperimentare.

Ascoltiamo!

OMELIA

Lo diciamo nel Credo: Credo la Risurrezione della carne e la vita eterna.
Cosa vogliono dire queste parole?
Cosa vuol dire, in concreto, al di là delle parole, della fantasia, della immaginazione, per un cristiano credere alla Risurrezione della carne ed alla vita eterna?
Recenti inchieste lo hanno chiesto a quelli che oggi si definiscono cristiani, cattolici.
Solo uno su quattro mostra di avere qualche idea chiara sull’argomento e di crederci davvero.
Degli altri tre, qualcuno non sa di che si tratta o nutre molte perplessità, o dice che è qualcosa che non lo interessa…
siamo immersi in n’epoca (la chiamano postmoderna) nella quale sentiamo il perso della finitezza, della precarietà, una sensazione che viene annegata dalla distrazione, nell’affaccendamento, nel “non pensarci”…
alla morte, alla fine della vita, al senso della vita non abbiamo tempo da dedicare, anche se purtroppo la morte, nelle sue espressioni più violente e volgari che viene ammannita tutti giorni, in tutte le salse, dalle violenze dei terroristi, e dei campi di battaglia, a quelle morti perpetrate fra le mura domestiche, fino a quelle, freddamente statistiche delle vittime settimanali della strada, week end per week and.
L’abbiamo esorcizzata la morte, banalizzata ed esorcizzata, e quando questo fatto della vita, (perché la morte fa parte della vita) ci tocca da vicino, al limite ci si aggrappa alla fattucchiere, ai medium, alla registrazione delle voci dei defunti, alla penna che scrive da sola, dimenticando la parola di Dio.
La qual parla chiaro: Se essere cristiani vuol dite impegnarsi nella cost5ruzione di questo mondo, nella realizzazione del Regno di Dio, ciò non può prescindere dalla prospettive del futuro, dalla consapevolezza che questa vita, brevissima come un soffio, davanti alla eternità, ci è stata data solo per costruire noi stessi in vista dell’altra vita.
Se così non fosse noi cristiani, ce lo dice Paolo, saremmo i più disgraziati fra gli uomini. non solo, ma i più cretini. “Se Cristo non fosse risorto, nemmeno noi risorgeremo…, ed allora siamo i più disgraziati fra gli uomini…”£
Se l’orizzonte della vita fosse concluso solo dai fiori che portiamo ai nostri cari sulla tomba.
Ed allora, se poi vogliamo camminare su questa strada, se non volgiamo vivere come quelli che non hanno speranza, tentiamo insieme di esprimere questa fede. di testo minare questa speranza, la fede nella Resurrezione della carne e nella vita eterna.

Noi crediamo la risurrezione della carne e la vita eterna.
Non crediamo alla immortalità dell’anima.
Nel Vangelo non si parla di anima. E’ stata il contagio alle volte benefico, alle volte nocivo con la cultura greca a spiritualizzare l’aldilà e la speranza dei cristiani, con conseguenze molto gravi che purtroppo non abbiamo il tempo di esplicitare.
Non crediamo in un cielo di anime con serafini e cherubini. Non crediamo in una vita eterna disincarnata che abbia come sua unica occupazione la contemplazione ininterrotta della maestà di Dio…
Pur aggiungendovi un po’ di musica non sarebbe una tentazione irresistibile.
Noi crediamo – sulla parola di Cristo – alla risurrezione della carne, cioè alla restaurazione dell’uomo tutto intero, con i suoi sogni di uomo, le sua gioie, i suoi affetti umani.
Noi crediamo alla risurrezione della carne perché ci salveremo con tutto ciò che abbiamo amato col nostro cuore umano, perché vivremo eternamente solo i momenti vissuti con amore su questa terra.

Abbiamo amato cercando il perdono di Dio?
Saremo sempre perdonati.
Abbiamo creduto?
Vedremo.
Abbiamo ammirato le opere di Dio?
Ne saremo meravigliati ed Egli ce ne rivelerà sempre di nuove.
Abbiamo scrutato le leggi e la struttura delle cose?
Impareremo sempre di più ciò che ci appassiona.
Abbiamo gustato la comunione gioiosa con Dio e con gli altri?
Saremo sempre con coloro che amiamo.
Abbiamo conosciuto la gioia della povertà, della compassione, la gioia della lotta per la giustizia e per la pace, abbiamo subito persecuzione?
Fin da ora saremo beati perché il gusto per tutto ciò è il gusto di Dio.

La vita eterna infatti non è né un premio, né un castigo.
E’ la possibilità di continuare a scegliere gli atteggiamenti di fondo della nostra vita, scoprendone alla luce di Dio, tutta la gioia e la gratificazione o tutta noia e il disgusto…
Ci siamo chiusi all’amore, ai bisogni degli altri, abbiamo indurito il nostro cuore, ci siamo abituati a far gli affari nostri, abbiamo sempre mangiato con gli occhi nel nostro piatto?
Non sarà agevole, dall’altra parte, partecipare al banchetto d Dio.
Ecco perché non sogniamo una vita futura per consolarci della tristezza della vita presente e per essere dispensati dal migliorarla, ma incominciamo subito a vivere una vita che possa durare per sempre.
Credere nella vita eterna, allora, non vuol dire aspettare con le mani in mano, il futuro, ma anticipare il futuro nel presente, e ciò è possibile perché, uniti a Cristo, fin da ora noi siamo immersi e partecipi della Sua risurrezione.

Una risurrezione che è anticipata in quei pezzi di mondo già risorto, in quei pezzi di mondo degni del futuro che riusciamo a costruire attorno a noi.
Come segno del futuro è l’amore fra due sposi, segno di quella comunione misteriosa che senza più barriere potremo avere con ogni creatura, e con Dio.
Come segno del futuro, è la condivisione, la giustizia, come segno del futuro è tergere il pianto dagli occhi, perché nel futuro non ci sarà più pianto, dare un bicchiere d’acqua nel suo nome perché lì non ci sarà più sete, dare un pezzo di pane all’affamato, perché lì non ci sarà più fame, curare il malato, perché lì non ci sarà più la malattia e il dolore.
Come segno del futuro è la pace, la capacità fra gli uomini di intendersi kl di là dei torti, non di distruggersi creando una infinita catena di torti..
Noi non dobbiamo fare della risurrezione una speranza che dia soddisfazione alle nostra angosce personali, accompagnate dalla indifferenza per le tribolazioni degli uomini, ma dobbiamo sperimentare che la partecipazione alle tribolazioni degli uomini anticipa la gioia della risurrezione.

Ecco allora: Noi crediamo nella risurrezione della carne e nella vita eterna, perché anticipiamo già questa risurrezione nella nostra vita, perché siamo certi dell’amore di Dio che sperimentiamo ogni giorno, perché se abbiamo tenuto strette tante mani, non possiamo pensare che Dio lasci le nostre in quel momento supremo in cui ogni uomo raggiunge il livello massimo della povertà, della impotenza, in quel momento in cui possiamo fidarci solo di Dio.

Forse non abbiamo approfondito in tutte le sfaccettature di questo tema.
Ma io spero che questa testimonianza apra il nostro cuore alla gioia.
La gioia, come diceva qualcuno dei presenti alla riunione di venerdì di sperimentare già fin da ora la risurrezione, la scoperta del significato della vita, la possibilità di guardarla vita con occhi diversi, la gioia di condividere con Cristo e con tutte le donne e gli uomini del mondo questa speranza.
Questo è il senso della nostra presenza qui la domenica, il giorno del Signore che, risorto, fa risorgere la nostra vita.
Perché si incarni in noi questa speranza, preghiamo.

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